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Ma quali pericoli non vi sono ancora a temere per quel germoglio si delicato, che la più piccola imprudenza può alterare, che tante cause meteoriche possono distruggere!

Allora corre alla vite premurosamente, e la visita con premurosa attenzione: leva con un falcetto tagliente l’estremità di quei getti, di quei filacci, e falsi germogli, ai quali à dato origine il riflusso del succo.

Se lo sviluppo del succo è ben fatto, secondo i suoi desiderj, e le sue cure, la bellezza del frutto aumentando le sue speranze, sembra impegnarlo a raddoppiare il suo zelo. Ma essendo per finire l’estate, non deve scordarsi di tagliare colle forbici i larghi pampini ben nutriti, che privano l’uva di quei raggi ardenti, ch’elaborandone il succo, affrettano la formazione del mucoso zuccherino, e provocano l’epoca della maturità. Lo sfogliare è una delicatissima operazione, che non deve cominciare se non che allora quando l’uva à acquistato buona parte della grossezza, che deve avere. Se sfogliate troppo, l’uva secca ed imputridisce prima della maturità per la sovrabbondanza di acqua assorbita dalla pianta nell’autunno piovoso; e se il tempo è buono, ed asciutto, il grappolo si secca, e dovete anche temere l’intristire per l’anno avvenire.

Ricordatevi sopra tutto di tagliare i vostri germogli netti, in mezzo di un nodo, di non arrestare la vite prima del compito fiorire per il pericolo che essa intristisca.

Ecco sulla spampanazione, lo spampinamento, e il taglio della vite, nozioni che sebbene generali, non sono niente meno vere, e confermata dalla