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268 ARISTOFANE

Pag. 136. v. IO. - Le vendite di bestiame e di schiavi si facevano per lo più al primo del mese. Pag. 136, v. 16. - Che gli gabellava per leccornie. Pag. 136, v. 17. - Quanto gli eliasti erano fanatici dei processi, tanto para fossero impazienti delle sedute troppo lunghe. Pag.. 136, v. 24. - così anche il testo, su per giù: cn pyéloi, cioè in una tinozza da bagno: per alludere a Pilo. Pag. 137, v. 1. - Vedi l’introduzione alla commedia (pag. 123). Pag. 137, v. 4. - Invece che le mosche. Pag. 138, v. 4. - Giuoco di parole intraducibile. La Caonia ricordava chàskein, essere spalancato; l’Etolia atlio, chiedere; i Clopidi, alterazione di Cropidi, abitanti del demo attico di Cropeia; kféplein, rubare. Pag. 138. v. 8. - In Egitto e in Grecia il sangue di toro era creduto potentissimo veleno. Pag. 138, v, II. - Subito dopo il banchetto, prima del simposio, si libava una tazza di vin pretto in onore del buon Demone, che aveva largito la vite ai mortali (Dioniso). Poi si beveva vino annacquato secondo i vari gusti. Pag. 139, v. 15. - Altra frecciata ad Euripide. Pag. 140, v. 5. - Al pensiero del poeta e degli uditori dovè librarsi l’immagine di Polifemo. Pag. 140. v. 8. - Pramno dava un vino molto forte. 11 Dèmone di Pramno è conio del servo. Pag. 141, v. 6. - 11 verso 114 del lesto mi sembra giustamente espulso. Pag. 142, v. 7. - Simile fraintendere è motivo comico frequente nella commedia popolare; cfr. Origine ed elementi, p. 183. Pag. 142, v. 7. - Bacide era stato un antico celeberrimo oracolista della Beozia, ispirato dalle Ninfe. I nuovi profeti, che funestavano Atene, specialmente durante la guerra del Peloponneso, sovente attribuivano al grande loro precursore le frottole che essi andavano spacciando. Se ne vedranno due tipi classici nella “Pace e negli Uccelli, Pag. 143, v. 9. - Eucrate, che dopo la morte di Pericle resse per qualche tempo lo Stato. Pag. 144, v. I. - Nel testo c’ è un giuoco simile. Il servo B ripete