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I CAVALIERI 195


colma, ed ei fino all’orlo l’empie’. Di soprassello,
del Pireo le fe’ un dolce mentre sedeva a desco.
Senza toccar l’antico, le servi pesce fresco!.
Tu invece, badi a rendere gli Ateniesi gretti,
oracolando e alzando muri, tu che ti metti
in confronto a Temistocle! Poi, quegli il patrio tetto
lascia, esule; tu, invece, ti nutrì a pan buffetto!

paflagone

Ho da udir tali insulti, perché sei la mia vita,
o Popolo? È un’ infamia!

popolo

Coso, falla finita!
Non tirar merda 1 Me la facevi sotto sotto
da un pezzo, e non ci davo!

salsicciaio

Ad ogni infamia è rotto,
o Popoluccio, e fa — imbrogli in quantità,
come t’appisoli; ché, svèlti i dmoli
dei rendiconti, le sue budella
n’ empie; e poi succia tra i beni pubblici,
d’ ambe le palme fatta giumella!

paflagone

Tu non la scapoli: ti vo’ convincere
che trentamila dramme carpisti.