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CANTO III.

II Canto spira freschezza e quiete come di sera estiva serena; e qui, come sovente cade la lode del Tasso: Dante agguaglia quasi Omero nell’accurata diligenza di descrivere le cose minutamente. Cade sefcnatamente nella comparazione delle pecorelle, che nessuno avrebbe forse osato dedurla con accuratezza tanto minuta, e pochi saputo con si schietta e conveniente eleì?anza. Qui viene il bel verso: Pudica in faceta, e nell’andare onesta (1); e nel principio è quell’altro: La fretta. Che l’onestate ad ogni atto dismaga (2). Che rammenta quegli altri: Genti v’eran con occhi tardi e gravi (3). — E nel muover gli occhi onesta e tarda! (4». — Duo vecchi in abito dispari. Ma pari in atto d’onestate sodo (5). Tommaso: All’onestà e gravità nuoccia fretta (6). Seneca tradotto da un antico: Sia il tuo andare senza disordinamento. Il Boccaccio, di Dante: J?ra il suo andare grave e mansueto. (I)Terz. 29. (2) Ter/. 4. (3; Iiif., IV. - Ma., I: Pfelate gravem ac merih’s. (4) Purg., VI. (6) Purg., XXIX. (6) Som,, I, 2, i02, Onestà, e nella Somma e in Dante e in que’ del suo tempo e di poi, ha senso più pieno che ne’ moderni, ì quali per essa appena intendono l’astinenza dalle furfanterie. La Somma (2, 2, 83) Onesto chiama l’intelligibile bellezza che noi propriamente diciamo spirituale. Som.. 1,2, 101: Le cose che farinosi al culto di Dio dtbbono avare onestà, orrevolezza e decoro. Nel Convivio, onestà vale decoro virtuoso. Sacchetti: Senza alcutia pompa^ che piuttosto tenea costume e apparenze con onestà di grande e it ladino j che di signore. ANNOTAZIONI ASTRONOMICHE DEL P. G. ANTONELLI. «Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio

  • (T. 6.)

Qui dico che il sole- non era molto elevato sull’orizzonte, giacché fiammeggiava dì luce rossa, come avviene allorché i suoi raggi attraversano 1 vapori, che più densi stanno verso la superficie terrestre, massime se marina; e che esso Dante camminava in direzione opposta a quell’astro, avendo ej^Ii l’ombra dinnanzi. Vedesi di qui com’egli ben conoscesse la teoria delle ombre, se le definisce «una intercezione de’ raggi lucidi, fatta da corpo opaco.» «T’esperò è già colà dov* è sepolto, (T. 9.) Ci dà uri’ idea della differenza di longitudine tra l’Italia e il monte sul quale egli colloca 11 Purgatorio. Ammesso che la visione abbia principio nel plenilunio ecclesiastico del 1300, e che quindi questo giorno corrisponda a quello di Pasqua, 10 aprile; ammesso che il Pur