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42 PURGATORIO MANFREDI. — IL PERDONO DI DIO. Una sorella della buona Costanza, la figlia di re Manfredi, fu moglie a Corrado Malaspina, l’antico, ch’e’ nomina nel Canto ottavo. E i Malaspìna erano lontani parenti di Dante: onde questi avrebbe avuti vincoli d’affmìtà con la casa di Svevia. Di qui anco l’affetto pio che Dante dimostra alla memoria di lui; ma più alle credenze politiche; e credenze le chiamo, perché tali erano le speranze del Poeta nel potere e nel volere della casa di Svevia, e d’altri tali. Non si dica, però, che il verso Biondo era e bello e di gentile aspetto sia concesso all’amore di parte e molto meno a rettorica eleganza; dacché il guelfo Villani de’ Tedeschi dice: Belli uomini e di gentile aspetto, che vale nel senso antico non leggiadro, ma nobile. E notisi come singolarità storica, dagli storici trasandata, die Elena, figlia d’un Michele despota d’Epiro (questo titolo ci viene di Grecia, come tiranno), moglie a Manfredi, altrimenti nominala nelle cronache, gli portò in dote Corfù ed altre terre, ond’egli ebbe titolo di duca di Romania, titolo comune con quello Stefano Dusciano di Serbia che tanta parte dell’impero greco aveva con le sue armi occupata. E Manfredi, imperatore accademico, che aveva un po’ del tedesco e un po’del francese, condito con dell’italiano, avrà con questo matrimonio, come i conquistatori sogliono, inteso dì fare un negozio: e le sue mire tendevano fino a Bisanzio. Dopo la rotta di Benevento, Elena sì chiude in Nocera co’ Saraceni, e per opera di frati travestiti, messi di Clemente, é data a Carlo, e rinchiusa in un castello per anni sei; muor di trenta. Orribili, dice Dante, i peccati di re Manfredi: parola in tal bocca di grave senso, e che se non conferma tutte le accuse date al Ghibellino da’Guelfi, lascia imagìnare più di quello che dice. Senotichè l’idea che succede della misericordia divina, onora in doppio modo l’anima del Poeta, ed è condanna tanto più forte quanto più mansueta alla severità de’ nemici. Bene aveva Dante e letto e inteso le parole del profeta, che non senza perchè l’Autore della nuova legge ricorda: Non vo’ la morte del peccatore^ ma ch’e’ si converta, e ch’e’ viva {{). E i Salmi: Soave il Signore a tutti, e le misericordie di lui sopra tutte le opere sue (2). E ne’ Treni: Buono è il Signore a chi in lui sperano, all’anima che cerca lui (3). E Isaia: Lasci l’empio la sua via, e l’uomo ingiusto i suoi pensieri, e ritorni al Signore, e avrà misericordia; perchè Iddio nostro è grande al perdono (4). Il, Crisostomo citalo da (1) Ezech., XXXIII, i. della Bibbia, cioè tra più ahi di tutta (2) Psal. CXLIV, 9. Vedasi lutto il la poesia di tutti i popoli e i secoli. Salmo CU, pieno dello spirito di mise- (3) Thren., Ili, 25. ricordia cristiano, e tra’ più be’ passi (4) Isai., LV, 7.