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CANTO I. 17 nmoenae Quos et aquae siiheunt et aura»' (1). Ma quest'ode sarà forse a Dante piaciuta perché sotto la puerra de' pipanti ci si adombrano le lodi deWalto Cesare (2), e di Giove ò dello quel che Dante del- l'imperalore, imaplne di Giove, intendeva : Qui terram inertem, qui mare tevip&iat Ventosum, et urbes, regnaque trislia, Dicosque, mor- taU'sque turmas Imperio regit luius aequo (3). IS'è senza perchè questo del Purpatoriu dìcesi secondo repno e i giri di lui selle regni; e il poema incomincialo in latino diceva: Infera regna canam. K anche per questo Virgilio era il suo maesiro e autore in cui questa ìmagine del mgno ritorna sovente a proposilo e dell'inferno (4) e della vita pastorale (5) e delle api (6) e de' lori (7). Né senza intenzione son qui rammentate lo Piche, figlie d'un Ma- cedone, del paese che ha dati I giganti, perché l'un simbolo si conge- gna con l'altro; e gli abusi della mente, non ipen che quelli della forza, [laiono dannabili al Poeta, anzi più (8) Le Piche slldano al canto le muse; una di quelle canta appunto i gìganiì, falsoquc in ìioiiOTO gigaittita.... Ponit, et extcnuat magnorìun fa^ta Deoram Ce). Poi canta Calliope, e i suoi caini sono in onore di'Cerere, che Vir- gilio chiama Icggifera (iO), e ricordano alti d'ospitale pieià premiali, e di inciviltà spietata corretti da memorabile pena. Le Ninfe danno il vanto alle muise : le Piche si sfogano in vituoerii, e a'Iora le dee: Non est patientia libera nobis. Ibunus in po"ìiaii: et, quo vocat ira, seqncìnur (H) : i quali ver^i saranno allo sdogno'^o Poeta non sempre ma in qualche momento d'impazienza, pia<Muii. Le cantairici vane, da uHimo, divenlano gazze nemorum convicia , e dallo schorno pas- sano alla querela: sua fata querent^s ; onde Dame avrà tolto l'ag«  giunto di piche misere, che sparge sui colpevoli stessi una stilla di pietà genero-ia. Men pio nel Paradiso é l'accenno a Marzia scorticato, e dimostra come l'animo del Poeta si venisse esasperando cogli anni. Nel Purgatorio i concetti e i sensi di gentile mestizia, di comiiassione amlcii, e di speranza serena, sono più cari ed umani che nel l'ali re due Cantiche: e qui -stesso egli ha nominalo le Piche non solo per accennare la vendiatrice forza del canio, ma e per pregare che nulla sia in quello di profano e ingiusto ai veri Ci^lestl. Altri poneva il Purgatorio sul Libano. Isidoro nell'opposto emisfero dov'è il Paradiso terrestre Gregorio. <12): Questa vita del mondo è posta quasi tra il cielo e rinfenio... Siccome le anime degli assai buoni al cielo volano, e le anime degli assai tristi discendono all'abisso della terra , così le anime de' mediocremente buoni tengono il luogo di (1) Rammenta il XXVIII del Pur- (3) Inf., 1 : In luffe parti impera, e palorio: Vaoo già di cercar (faterò e quiH reqge. Pur, XII: Lo'mperador d'intorno La diri»a foresta .. Un'aura che seu.pre regna. dolce.... un rio Chc'uvcr sinistra con (4) Georg, IV; JEa., VI. sue pÌLCiole omlc....Sotto l'ombra per- (5) Georg., Ili peluf. (0) G^org , IV (2) Par.. XXX: Dell'alto Arrigo, (7) Georg., HI, Georg., IV: IIu- ch'u ihizznre Italia Verrà. Il siiigo- mida regna; .En. , Vili: lìegniilor lare si è iif ll'ode la strofi : Vox lene agiinrum. - l : Ventorum carcere re- eon.tiliu„. eldiil'K, et dutn G'ntliti< al- giut vtae. Sci'tus ut iinpiov Titunat, imma- (8) liif.. XXXI. nemque turham Fii/ini"e su-stnlerit ca- (9 Ovitl . Mtl., V. ' duco. Dopo il mite consiglio il fulmine (IO) Kn , IV. caducoj è volo o caduta, un po' più che (li) Òvid., .Mei., V. '•'"'CO. (12) Nelle Decretali citate da Pietro. Dante, Purgatorio,