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PARADISO. Nel ciel, che più della sui luce prende, Fu’ io; e vidi cose, che ridire, Né sa né può qual di lassù discende.. Perch’, appressando sé al suo disire, Nostro intelletto si profonda tanto, Che retro la memoria non può ire.. Veramente, quant’io del regno santo Nella mia mente potei far tesoro, Sarà ora materia del mio canto.. buono Apollo, all’ultimo lavoro, Fammi del tuo valor sì fatto vaso, Come dimandi a dar l’amato alloro.. (L) Qual: qualunque. (F) Ciel. Tropologicamente, dice Pietro, il Paradiso è lo slato dei virtuosi che sono in gioia ed in fama. — Fu’. Ovid. Fast, I. Felices anitnos, qnibus haec cognoscert primi», Inque, domo* su/ieràs scandert cura tutti Ciialo da Pietro. — tiidire. Dante, Rime: Quel ch’ella par quandi un poco sorride, Non si può (licer né tenere a mente. - Amor... Move cose di lei meco sovente. Che l’intelletto sovr’esse disvia... non son i-assente di dir quel ch’iodo delta donna mia. E certo e’ mi convien lassare in pria, S’io vo’ cantar di quel ch’odo di lei. Ciò che lo mio Intelletto non commende; E di quel die s’intende Gran parte, perchè dirlo non saprei. — Sa. Ad Connili.. I, n. 9: Ni occhio vide né orecchio udì, ne salsero in cuore d’uomo le cose die Dio ha prepanilo a coloro che rumano - II, XII, 4: Udii arcane parole, che non è lecito ad uomo ridire — Discende. Joan, III. IS: Nessuno ascenderà al culo se non discende di cielo Una visione ne’ Bollandisll: Ni il cuor mio può ritornare a intendere alcuna COMO di lui.e iieuinire n in usarne; nò pim imvarsi parola i he. lo esprima o risanai; r uranio il pensiero può raggiungere quelle cote Essi Boll, I, )9i: Vidi rosa tenue, piena di maestà, immensa, la quale t’non.so ridire. s (i.) Disire: III 1 OgffettO del suo • io..i Dio. — ire riandando quei rtae l’intelletto peni ù Distra, l’in.;., wiv, i. 17; //o lor disio. -- liisidiritim < in. un i Catullo li donna tinaia I ’/- cose Inprtmere non possiamo — nisir, Dante. lei // desiderio dell’intelletto umano, che è Dio, in questa vita, esso intelletto, per essere connaturale ed al/ine alla sostanza intellettuale Separata dalla materia, si leva a considerarlo; ma allora e’ s’innalza tanto che la memoria, dopo il ritorno di lui, viene meno, per essersi trasceso l’umano modo. - Intelletto. Dante, lettoni a Cane: Molte coseper intelletto, vediamo alle quali i seqni vocali mancano, il che Platone dimostra ut’libri suoi, assumendo lonne traslate a significarle. - Memoria. Aug. sup Gen. XII: Paolo, dopo veduta nel suo rapimento l’essenza di Dio, si ricordò di molte delle cose vedute (non tutte).

(D Veramente.• pure.

(SD Veramente Purg., VI, t. 45-Tesoro. Inf., 11, t.3 Agostino: Traggo dalla mia memoria, quasi da tesoro, le cose. Albert. I, 50: Tesauri del tuo saliere

(L) Fammi: ispirami sì che il

mio cauto sia «piai m richiedi per dare la corona dell’alloro amalo da te per amore di Dafne. (SLi Buono, JFm., I: Dona Juiio. Ha sensn amplissimo di bene. -- Lavaro Bue, X: Er trentuni liane, AreIllusa, nulli concede lalmrem. -- Vaso. Fieli., XI, III 2: So/. vas admirabite, opus- Exceisi. inf il, t io: Vas d’elettone. ■- Come,..Va)., VI: l’u vnics, et Pheho diqiia loculi, -- Dimandi. Altri legge dimanda dar, intendendo Impersonalmente richiedesi a dare: e potrebbe a la uno piacere di più -Amato Ovid Mei.. 1: Sem per fiabeinuii Te coma, tecitharae, lenostrac, laure, pharctrae. (V) Apollo. Pietro per ApolliiK intende la vii ni intellettiva delle cose celesti Apollo e le Muse in Danio.mi Simboli.