Pagina:Commedia - Paradiso (Buti).djvu/7


v i i     

ogni loro attenzione rivolgano1; ed oggi maggiormente che la forma del bello scrivere va talmente scadendo, che nient’altro d’italiano ritiene, eccetto la desinenza. Ma come ciò? sento replicarmi: Al presente che non si fa, per informare di utili cognizioni le tenere menti, affine poi di agevolarle per le arti, lettere e scienze? Lodevolissimo è il fine; ma i mezzi male vi corrispondono. Infatti le nostre scuole, ripiene come sono di tanti libri, ivi intromessi per lo specioso titolo d’essere stati redatti secondo il programma ministeriale, otterranno elle di svolgere e chiarire i novelli intelletti, o non piuttosto ad imbozzacchirli ed offuscare? Tolga Iddio che il mio timore s’avveri! Ma acciocchè altri non abbia da reputare troppo avventato il mio giudizio, riporterò qui taluni saggi di cotali compilazioni, pregando i lettori a volersi adoperare, perchè simili scandali dà’ ginnasi e dai licei vengano rimossi. Lascio stare che la prima nozione2 grammaticale, che si dà al fanciullo, e quella della proposizione, senza avergli gittato neppure un motto intorno al significato del nome e delle altre parti del discorso. E che ti può capir egli di soggetto, di verbo e d’attributo? E perchè mai confondergli il capo coi vocaboli di complementi, proposizione complessa, composta, ellittica ed altre metafi-

  1. Nel corso di questa nostra stampa abbiamo visto con assai piacere qua e colà crescere il fervore per il Divino Poeta. A Londra mercè la genorosità dell’onorev. Lord Vernon sono stati riprodotti i quattro più antichi testi delle tre cantiche. Il prof. Carlo Witte in Berlino à dato la Divina Comedia ricorretta sopra quattro dei più autorevoli testi a penna. Il p. G. Giuliani à stampato Dante spiegato con Dante, Firenze Le Monnier; ed in Cesena Paolo Isidoro Sambi longianese, la Divina Comedia all’intelligenza di tutti. In Livorno, Le Paradis, Traduction nouvelle en vers francais par M. Hippolyte Topin.
  2. Nozioni di Grammatica ad uso delle classi elementari superiori per Giovanni Scavia, operetta adottata con decreto ministeriale del 1.° Giugno 1858.