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L^tXII GUELFI E GHIBELLINI. l'orig-ine cosi della loro come d'ogni umana potenza. Le castella da essi abitate e le torri dimostrano come stra- niera cosa e' fossero, e nemica alla nazione della quale vi- vevano; i nomi di G-hibollini e di Guelfi troppo compro- vano la straniera origine delle italiane discordie. Né for- tuita, nò tutta imputabile a' regnanti e a' popoli, ò quella antica smania di chiamare arbitra delle intestine liti la spada straniera. Ai militi italiani non erano estrani gl'im- peratori tedeschi; e' non facevano che invocare il capo della famiglia, alla quale si conoscevano appartenere: e i ponte- liei dal canto loro, invocando la gente di fuori, imitavano l'esempio olferto. E per tal modo il Ghibellino dava fomite continuo al Guelfo, non solo per la ragion de' contrarli, ma per il contag'io degli esempi. riguardisi dunque come straniero, o come fondato so- pra un' inuguaglianza insopportabile a popolo di vivi spi- riti, il Ghibellinesimo era contrario all'indole della nuova civiltà italiana. Ho già toccato come il nostro Poeta le mas- sime ghibelline temperasse, parte con la rettitudine del- l'animo suo, parte con le guelfe memorie della sua giova- nezza. Avvertirò solamente, che nò quella rettitudine nò quelle memorie lo salvarono da certe opinioni crudeli che appena a' politicanti pagani si possono perdonare. Perchè l'Allighieri nella Monarchia insegna chiaro, citando la Politica d'Aristotele, che « certi non solo uomini ma po- poli interi, son atti e nati a comandare, altri a stare sog- getti e servire; e che a tali uomini e popoli, l'essere retti non solo è spediente, ma giusto, quand'anco vi si dovessero condurre per forza; efiamsì ad hoc cogantur. » Del resto, le due parti che appariscono così nettamente distinte ne' due vocaboli, nobili e jìlehe, nel fatto si confon- devano insieme, per l'avvolgersi degli affetti, e per la in- stabilità degli uomini, e per la incertezza delle idee, e pel mutare de' tempi, e per la varia natura delle razze e dei paesi, causa perpetua delle italiane glorie e sventure. Quindi è che il medesimo nome sovente due cose diverse signifi- cava; quindi òche l'uomo nelle suo dottrine costante do- veva nel fatto parere mutabile, e coloro che per un verso condannava, per un altro lodare o compiangere. La quale considerazione ci giova a conoscere e la storia d'Italia e l'animo di Dante, italiano e ne' difetti e nelle virtù, s'al- tri mai. Da questo confondersi di parte ghibellina con guelfa se- guiva che un'intera città paresse or guelfa ed or ghibel- lina, guelfi i nobili, ghibellina la plebe; che l'una parto .vuir altra sortisse vittorie sì brevi, e poi sconfìttesi facili; che tra pontefici stessi taluno a' Ghibellini inc'liiuis,se; che