Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/79

LXXI GUELFI E GHIBELLINI. La perpetua questione italiana, agitata, quasi in urna fa- tale, ne' nomi di Ghibellini e di Guelfi, è questione i cui principii ed effetti furono la gloria e la sventura e la vita intera di Dante: questione che in sé racchiude i destini d'Italia e del mondo. Dice Senofonte, i grandi al popolo eterni nemici. Aristo- tele narra che nelle oligarchie del suo tempo i nobili giu- ravano alla plebe odio eterno. Patrizi, cioè divoratori, erano, al dir di Piatone, i Ciclopi; patrizi, eh* è quanto dire inva- sori, erano i Dori nell'Apia terra: e l'Egitto era sede an- tichissima d' un'aristocrazia religiosa, dottrinale, politica; e all' Egitto in ciò rispondeva l' Etruria ; 1* Etruria, alla cui scuo- la mandavano i figliuoli loro i cittadini di Roma. x\ntica e perpetua è la guerra; e il dettato romano, che la salute del popolo sia légge suprema, non era alla fine che l'arti- colo decimoquartó della costituzione di Roma; era l'arbi- trio ai pochi concesso di reprimere ogni moto di soggetti aspiranti a piii giusta uguaglianza; e ciò si faceva per la salute del popolo, ben distinto, come ognun sa, dalla plebe. Or questo dettato della terribile sapienza romana, fu, se non in parole, in fcitto, la lepge di quante società fondarono l'autorità di pochi sull'abbassamento de' molti. Ma tutte, nella prima origine e nell'età della gloria loro, le aristo- crazie questo vizio ammendavano con la potenza del senno e con l'esercizio di virtù generose. Il ghibellincsimo in Italia è, corno ognun sa, cosa origi- nariamente straniera. Le invasioni germaniche, imponendo al suolo italiano signori nuovi, inerti e armati, imponevano al vinto il debito di vivere non armato se non per altrui, operoso all'utile altrui. 11 nome di gentili, con che per tutto il trecento si chiamarono (che corrisponde a majorum gcntiu)n)^{\.Q\\QÌà.Ndk che nella costituzione della famiglia era