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LXVIll NOmLTA DI DANTE. lezza, e eriova notarlo. Il simbolo a tempo è cosa altamente poetica, filosofica, religiosa; ma, senza misura adoperato, fa della- religione e della scienza un lungo vaneggiamento, e trasmuta la viva luce poetica in nuvola opaca. Una conseguenza bensì, e nobilissima, possiamo da queste sottigliezze dedurre; ed è, che, siccome nell'amore il Poeta cercava la filosofia, così nella filosofia ritrovava l'amore: e però la definiva amoroso uso di scqnsnza. Amore della sa- S lenza lo disse con italiana affettuosa modestia Pittagora: ante, amoroso uso, perchè non è sapienza vera senz'uso, e la filosofia vera e pratica tutta, e l'uso, che si fa delle teorie, prova che vere sono. Questo ridurre la sapienza ad afiTetto, è l'arte per cui Dante fu grande, per cui possono tutti gli uomini farsi grandi. In questa canzone della nobiltà, Dante intende a ripro- vare il giudizio falso e vile del volgo pezzente e del volgo patrizio: e vile lo chiama perchè da villa d'animo forti- ficato. E, nell'atto del cementare una canzone tra amorosa e morale, egli esce in dispule filosofiche, in citazioni sacre, in accenni politici, tutte parti d'un solo concetto. De' no- bili ragionando, e' si scaglia contro i tiranni: la nobiltà vera non solo a' nobili tristi ma insieme a' re malvagi l'Al- lighieri negava. Così del buon guelfismo e del ghibelline- simo buono e' raccoglieva insieme i vantaggi. E Torse a tal fine egli diventato Bianco, cementava una canzone com- posta da Guelfo; quasi per dimostrarci che, nella contra- dizione apparente, l'opinione sua interna conservava una tal quale continuità; che mutati erano i mezzi, il fine no. E, chi ben considera, in questa che par questione dei titoli ali e o ìpor- iprudenza è a lasciare la mala opinione prendere piede. Oh com'è grande la mia impresa in questa canzone, a volere ornai così trafoglioso campo sarchiare come quello della comune sentenza! » Dalla torta opinione ben vedeva egli provenir molti mali della privata e pubblica vita; intendeva come gli scrittori pur- gando l'errore, si facciano dell'umanità benemeriti grande- mente. Per dimostrare com'egli sopra la nobiltà della nascita e delle ricchezze e de' gradi ponesse la nobiltà delle virtù e del pensiero, nel senso del vocabolo maggiore e' com- prende non solo la potestà imperiale ma la dignità filoso- nca. Dante co>ì gl'inconvenienti del ghibellinesimo politico con un suo ghibellinesimo filosofico temperava. E il filoso- fo, in quanto è filosofo, non voleva che fosse alla maestà jmperi^iÉi soggetto: eh' è quanto dire, le dottrine del giù-. ^s