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LE RIME. XLIX per mano la bella amica sua, con sorriso si volge, e dice: Addio, Benvenuto: e troverà ancora in questo saluto in- nocente tanto di poesia quanto molti altri amori insieme uniti non danno. Or lasciando Benvenuto, e tornando all' Alliprhieri; delle rime amorose attribuitegli , parecchie è cosa chiara venire da altro ingegno; e lo dice la povertà del concetto, lo stile prolisso, la lingua inceppata dalla schiavitù della rima, tortura perpetua e supplizio giusto ai deboli ingegni. Pro- prietà deilo stile di Dante è l'austerità dello spirituale concetto, che d' imagini corporee si vela. Stolto poeta re- putava egli chi sotto il fiore poetico nessun germe frut- tifero sapesse nascondere. Non pero che Y utilità e la ve- rità reputa ss' egli unica bellezza delle nobili rime; ma il forte albero e ordinatamente ramoso voleva vestito di fronde gaie e mobili e armoniose. Il concetto pertanto e lo stile son fida norma a distinguere dalle falsamente ap- postegli le rime vere di Dante: non già che tra quei me- desimi che non si possono togliere ad esso , non v' abbia alcun costrutto perplesso, alcun verso cadente, qualch'ima- gine pallida, qualche concetto freddo: ma, dopo breve al- lentare si rialzano le forti ale al volo usato, e prendono più gran tratto di cielo. E buon pe' suoi versi amorosi che presto gliene morisse l'oggetto, clie nuovi dolori r han salvo dal rifriggere e ribollire e riscalducciare i concetti medesimi sempre: disgrazia della poesia petrar- chesca. Un' altra delle proprietà che la dantesca distinguono da altre molte, si è quel potente congiungimento del concetto severo col caldo alfetto e con l'imagine viva. Le quali tre lodi, congiunte, danno il grande poeta. E quando Orazio diceva che il nome di poeta s'addice ad uomo che abbia ingegno e mente divina e bocca da risuonaré alte cose, aveva piuttosto abbozzata che disegnata Timagine del poeta. Mente divina al pensare, divina'al vestire d'appropriate imagini le cose pensate, anzi così costituita che le cose pensate, come cernie in fiori, per se medesime si svolgano e si vengano figurando in imagini; ingegno atto aconlem- perare insieme il raziocinio austero e "la libera fantasia: animo ardente di affetti veri e moderati, e nella modera- zione più forti: ecco il vero poeta. L'affetto sen^a pensiero si ripiega so|;ra sé stesso; fiamma senza materia che l'ali- menti, lambe la terra o si spegne: il pensiero senza l'af- fetto è freddo, arido, schiavo del dubbio, ammiserito nel giro di forme anguste: il pensiero senza imaginenon parla alle moltitudini, non è recato nell'umano linguaggio, ri- mane infecondo. L'imagine insomma senza pensiero è fan- D.\NTK. ,f