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CANTO XXXIV. 4ll 38. E se* or, sotto l'emisperio, giunto Ched è opposto a quel che la gran secca Coverchia, e sotto '1 cui colmo, consunto 39. Fu r Uom che nacque e visse senza pecca. Tu hai i piedi in su picciola spera, Che r altra faccia fa della Giudecca. 40. Qui è da man, quando di là è sera. E questi che ne fé' scala col pelo, Fitto è ancora, si come prima era. 41. Da questa parte cadde giù dal cielo ; E la terra, che pria di qua si sporse, Per paura di lui fé' del mar velo. spontaneo, trarre sé, muoversi al ceniro Inf. , Xll, L' «nitc/ so «cn- liise amor. (F) Pesi. [Ant.] Né Galileo né 11 Newton potevano meglio signifi- care il centro di gravila della terra. Di tre secoli e mezzo Dani»' precede que' sommi nel congiungere il fatto del peso de' corpi al fatto d una forza centripeta, cui pia imoone il nome mudiamo procedente da trar- re ; e a quesi' uliimo connette il primo, come a causi l'effetto — Anche in D-rnie irnvo accennata I' at- trazione, rorse Newton non fece che ampliare il concetto, agli anti- chi noto. 38 (L) Ched: che. — Secca: la Terra — Colmo: Gerusalemme é , secondo il Po^^ta, Il piti alto punto del meridiano terrestre — Comunto: ucciso. (>L) Ched. Nel Convivio (l, 12). Comunlo. Reg. , II, XI. 25: llUm comumit glidius. iEa , [V\Af)iu- mere ferro. - Conuimare per ucci- derein Armannin(»e nel Machiavelli. (F) Secca G«n , I. tO: Vnca vii. ... arid'ifiì, Terram. — Colmo. [Ant] Dà in tre versi tre idee della scienza, qual' era a' suoi tempi : ch'e- gli (' ora nell'emisfero opposto alla superfì.-ìe ab tata la n.ii che questa superfìcie (■• la metà dell' area terre- stre ; e che Gerusalemme, ove il Verbo Incarnato visse e mori come uomo, è nel mezzo di questa super- ficie abiubile ; come affermava Ma- rino Sanudo e piìi antichi geografi. 39. (L) Uom- Cristo. — Altra: superficie opposta. (SL) Pecca Trecentista inedito della Liurenziana. Pecca in senso piti grave dell' odierno. (K) Uom. Fsal. L, 6: hi pecca- la concepii me mater mea Joau. Vili, 46: ()"i« ex oobii armiet me de peccalo? Petr E •. I, Il 22: Qui percntum non ffCit? — Picciola II Pt eia credeva gli antipodi inabitati, tranne il monte del Purgatorio, co- perti dall'acque. Questa pi rola spe- ra, conirappusta hiI^ Giudecca. e la base del monte. Ond»* oìccmIi è pur la Ciudecca, perchè con la gravità del delitto S'-.ema lo spazio della pena, <'ioè il numero de' dannati. 40 (SL) Mm. Par . l : Fatto avea di là mane e di qua sera (F) F-Uo. Jun. Il 4,6,7: Pro- jeciifi me in profunlum... el (lumen ci'Cii'ndedH me: omne^ gur(fi:ei lui et fluctui tui *uper me tian^ierunt... aby ani vallai^H me . ierrae recles e onda erunt me in acffniuni 41. iL) Sporse: si stendeva dov'ora è mare. (SL) Cadde. Col capo all'ingiii e vi rimase in eterno. Prima della sua caduta, l'emisfero opposto al nostro era terra; ma per orror di Lucifero, la terra si rovesciò tutta dall' altro lato, e le acque ne presero il luogo. E quella parte di terra che