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408 INFERNO 19. Da ogni bocca dirompea co' denti Un peccatore, a guisa di maciulla; Sì che tre ne facea così dolenti. 20. A quel dinnanzi il mordere era nulla Verso '1 graffiar; che talvolta la schiena Rimanea della pelle tutta brulla. 21. — Quell'anima lassìi, ch'ha maggior pena (Disse '1 maestro), è Giuda Seariotto, Che 1 capo ha dentro, e Tuor le gambe mena, 22< Degli aliri duo, eh* hanno '1 capo ài sotto, Quel ch^ pende dal nero ceffo, ò Bruto Vedi come si storco, e non fa motto. 2;i E l'altro è Cassio, che par sì membruto. Ma la notte ri surge ; e oramai E da partir : chò tutto avóm veduto. — 21. Come a lui piacque, il collo gli avvinghiai : Ed ei prese di tempo e luogo poste ; E, quando 1' ali furo aperte assai, 25. Appigliò sé alle velluto coste : Di vello in vello giti discese poscia, Tra '1 folto pelo e le gelate croste. 10. ( L) Tre. L'OrcagnadipingeLu- (F) Mallo. Com'aomo fermo • l cifero miUiRiante un tUnnaio. A Voi- due inorali a Cesare Ì3'nefattore{.se- terrn, a Toeniino, a Padova e ul- coirlo il Poeta) del mondo, starmo trove vpdft vasi tiguraio dall'arte ria- con Gaida ingrato a Gesù, ferno di Dmte. " 23 [ì.) AUio^ nella bacca a destra. (F) Tre. Apo3 , XVI, 13: Vidi {^L) Membruto Cicerone ram- dc ore draconii, et. de ore bsitiae, et monta/,. Cusiì aiipem. Dante l'avrà >h'ore p<eìi'ioorophetae, spiritus irei forse contuso con C. Cassio, ucci'<ore immundos. ' di Cesare. — Notte Ma , VI • Nox 20 (L) D-nnanzi : a Giuda nella ridi. Alinea. bocca di mezzo. — Verso 7.- a para- UO Nolte. [Vnt.] Essendoancora gone del -^Ihulla: nuJa. nel nosuo emisiero, misura d lerapo {SD Dimianzi. Nella bocca ver- come si suol qai da noi Onde dice mialia: Giuda riceve altri baci da che la notte comincia, e e ccrapito il «luellt elle diede a Cristo primo di del viig>?io. 21. (SL) Lasùi. Tint'alto é Luci- 24. (L) Poste: punto opportuno, foro elle , quantunque esca solo con (SLi/lomn^/iiat.Trecenti'^laine- mezzo il peno, a guurdar<j;li la bocca, dito della Laurenziarii ; Era d grn'>- Virjnlio di e; Ijissù. ^ Gambe. WdLvn- so che nullo Vatrebbe polu'o aorin- menta i simoniaci die dimenano fuor ghìj^re. Mù volte Danto s'apprende delia buca le f?imb3. Mi Giuda in a Virgilio, e questi pren'le e porta brca a Lucifero era meno d'uno lui (lof., XIX, XXlll, XXXI). Lento stuzzicadenti. è il molo <lell'ale. Virsciiio s'apposta (F) Dentro. Greg. Dial. IV, 38; in modo che mentre Lucifero le sol- Caput meum suo ore absorbuit. leva e le abbassa, e'possa scendere 22. (L) Sotto: fuor della bocca spen- per le ceste di lui. jolone, . 2.». (L) Croste del lago.