Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/526

ol. -■ 390 INPERNO 3. Ma se le mie parole -esser den seme Chtì frutti infamia al traditor eh* i' rodo, Parlare e lagriraar mi vedrà insieme. 4. r non so chi tu sie, né per che modo Venuto se' quaggiù ; ma Fiorentino Mi sembri veramente, quand' i' t' odo. 5. Tu dei saper eh' i' fu' '1 conte Ugolino, E -questi l'arcivescovo Ruggieri. Or ti dirò perch' i' son tal vicino. 6. Che per l'effetto de' suo' ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso, E poscia morto; dir non è mestieri. 7. Però, quel che non puoi avere inteso, Cioè come la morte mia fu cruda, Udirai ; e saprai s' e' m' ha offeso. 8. Breve pertugio, dentro dalla muda La qual per me ha '1 titol della fame, E 'n che conviene ancor ch'altri si chiuda, (SD liinnovellL ALn , Il : In- 127]. — liuggieri. Il Troya voirebbe fandum- .. jube^ renovare dolorem. che Guido ai Monlefellio. nonl'ar- — Disperato. Monrvno, dice l' Ano- civescovo fosse il reo principale della nimo, in cinque giorni; e ne'-enio»i morte del conte. Non é dimostralo il conte nivrirej ao'naniió un frate ancora. per confessore, e non gli fu dato- — 6. (L) 3/t'; mali. Prewe In altro s^nsu Virgilio: Fre- (ìL) 3/*'; Alich., VII, 13: Pro- mit altum corde dolorem v^En., l). pler fructunt copitalionum eorum. 3. (Li Dm: debbono. - Vili , VII, 120, 127. ^'accusavano (SL> Sstric Conv., l,, 12: La di avere per oro ceduto a Firenze e prossimitade è nenie d amidd. — a Lucca le castella della Vernia, di Traditor. L'arcivescovo, per ira di Ripafraita, d' Asciano. Fino dal 12>^f, vederlo cresciuto in orgoglio, coi nella battaglia della Meloria, dove Gualandi, i Sismondi, i Linfranchi, la guelfa Genova abbaile Pisa ghi- tre delle maggiori case di l'Isa, al- bellina (tulle e due fulminate del zato il vessillo della Croce, con pò- pari in questo Canto), Ugolino nel polo venne alle case del conte, e forte ilelia niiscliia fuggi col terzo dOiO dura zuffa, presolo con due fi- delle forze pisane, non per viltà, ma gli e due niuoii nel 1288, uccisogli per indebolire la patria e poi domi- un a'tr. nipote, e presa la moglie e narU sicuro. la re^UllU) ^^miglia chiuse lu'o cin- 7. (SL) Offeso. Cacciato Nino di que nella torre de' Gualandi, e per Gallura, U?;oìino, per pretesto da farli morire di fame fece inchiodar nulla, u-ci'^e il nipot*^ dell' arclve- l'u^'io, e gettare le chiavi in Arno, scovo: di U la vendetta. — parlare Inf. V, lerz. 42. Pctr. : 8 <L Beve, piccolo. —Muda: In guisa divori che paili e plora, carcere bujn. 4. (SL> Fiorentino. Dunque ne- (SL) Breve. In questo senso mlco di Fi'^a. frequente a' Latin), — Muda. Buti: o. (L) Tal: divoratore di lui. Muda chiama quella torre, o forse (Sl>) [Conip. Vili., VII , 120 e perchè cosi era chi'jimata, perché vi