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CANTO XXXI. 369 I GIGANTI. È chiaro ormai clie i figliuoli di Dio , de' quali la Genesi (1) , non sono già aniseti, ma uomini della schiatta più credente e più pura, i quali nelle figliuole degli uomini ricercando non altro ch^ la bellezza, cioè a dire il piacere che fa ^li animi servi e tiranni, e così alle ge- nerazioni induce tirannide e servitù insieme miste, peccarono, se così posso dire, in forma simile a quella de'primi progenitori... Vedeiido che il legno vietato era bello agli occhi e in vista dilettoso, ne tol^e (2). E le parole dell'antico storico: Accepenmt ! sibi uxores ex omnibus quas elegerant; e quelle che seguono: Non rimarrà lo spirito mio nell'uomo perocch' egli è ca/'ne (3j..~. lasciano luogo a indurre che sif- fatte congiunzioni fossero senza leg^e di rito , e procreassero prole o non certa o mal guardata da' padri distratti fra le cure della molta famiglia e avidi di nuovi amori ; onde figliuolanza o veramente ille- gittima come se illegittima fosse. La sup(^rsiizione giudaica faceva i giganti nati da angeli mescolatisi a femmine; e però forse Dante li colloca intorno al pozzo ove Lucì- fero è fitto. Ma la favola pagana adombra anch'essa la storica verità dove dice i giganti figli ddla terra, la quale locuzione ognun sa che anco in tempi di civiltà non credula comunemente valeva figli d'il- legittime nozze. E i così fatti dicevansi nati atll' amore d'un nume con donna mortale ; e quello che in prima era forma di corpo gigante, divenne poi forza di valore più o meno accompagnata da virtù bene- lica di cuore e di mente. La cura grande che non solo nell' amichila giudaica ma da tutte le nazioni vediamo serbata acciocché le schiatte e le cittadinanze rimangano pare, come Dante dice (4) , e senza cori' fusione di persone, ci attesia non tanio l'orgoglio de' primi patriziati quanto la religione delle tradizioni nelle famiglie, delle quali il capo era principe e prete. Onde in origine cotesta cura era meno politica che religiosa e morale : e cosi le idee deA Vico vanno dichiarate e ampliate. E così spiegasi come il commescolamputo non tanto de' san- gui quanto delle tradizioni e abitudini men buone con le buone fa- cesse degenerare l'umanità, ne preparasse la pena delle acque espia- trici e il rinnovellamento che provvido segue sempre alla pena. Non è però da sconoscere che sici'ome nella Bibbia e nella storia tutta dell'umanità, della quale la biblica è s'mbolo e chiave, così nel poema di Dante il mondo morale, il religioso, e il civile, delle tre fanno una cosa. E peò quel Nembrotie che la Genesi fa cacciatore ro- busto , come la favola fa cacciatori ì Centauri , ai quali Dante com- mette saettare i tiranni, è tal cacciatore che imperava alle genti. Fuit auteni principium regni ejus Babylon De terra Illa egressus est (i) VL (3) Geu., VI, 2, 3. (2)G3n., Ili, 6. (ijPar,XVL Pante. Inferno. 24