Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/476

340 INPERNO 17. Fossero in una fossa tutti insembre; Tal era quivi: e tal puzzo n* usciva Qual suole uscir delle marcite membre. 18. Noi discendemmo in suli' ultima riva Del lungo scoglio, pur da man sinistra; E allor fa la mia vista più viva 19. Giù vèr lo fondo, dove la ministra Dell' alto Sire, infallibii Giustizia, Punisce i falsator', che qui registra. 20. Non credo che, a veder, maggior tristizia Fosse in Egina il popol tutto infermo. Quando fu l'aèr sì pien di malizia 21. Che gli animali, infino al picciol verme, Cascaron tutti (e poi le genti antiche. Secondo che i poeti hanno per fermo, 22. Si ristorar di seme di formiche); Gli' era a veder, per quella oscura valle. Languir gii spirti per diverse biche. 23. Qual sovra '1 ventre, e qual sovra le spalle L' un dell' altro giacea; e qual carpone Si tramutava per lo tristo calle. 24. Passo passo andavam senza sermone. Guardando e ascoltando gli ammalati, Che non potean levar lo lor persone. 17. (L) Insembre : insieme. 22. (L) liislorar : rinacquero. — (SL) Insen.bre. Da simili; come Ch: era. Maggiore di quella ch'era. sewibrnre «1a simulare •— Biche : mu(;chi. 18. (L) Dixendenmo dal ponte. — (SI.) Formiche. Onde i popoli Pur .-sempre — l'im; vidi meglio, detti Mirmidoni — Biche. Spit-ga 19. (L) Registra : nel mondo li seri- qvieiio del Canio IX delie rane : alla ve, giù li punisce. terra ciascuna s'abbica; ed è sp e- (sL) 5tre. Nel trecento: Siie gaio dal Horentino odierno ch»^chia- ])io^ ma Dica un mucchio di ii^<!rco Georg., (F) Q'«. La ChlP.sa inun Inno : ìli: Aufìorat... turpi ùilapsa cada- Liber scnp'nn proteretur vera tabu . 20 (L' Malizia: «orrotto. 23. (L) Tramutava: muoveva. (SL» E(jina : E?ina gla'^que con (SL) Trarnuluva. i)o>\ un Co- Giove: onde Giunone mandò la u» - dice; e i Tus"arii tuttodì tramutarsi sie nell' isola (Ov Met., VII) -^ Ma- (da luogo a luogo). Altri Jfgge tras- lizia. Dell'aria, usa il Crescenzio. mutava; e l'ha in questo senso il 21. (L) Cascaron, morti. Roccaccio,