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CANTO XXIX. R37 OAINTO XXIX. ARGOMENTO. Tra' serainatori di scandali trova un suo congiunto di sangue ; ^wi viene alla decima bolgia dove sono pujiiti i falsificatori d'ogni genere , con fetide piaghe, ìnarciume. scabbia ; perchè, dice Pietro , ogni falsità procede ab an- xietate corrupti intellectus, ut segritudo corporalis a cor- rupto humore corporeo. Tre falsità distingue; in cose, in atti ^ in parole. Della prima son rei i falsari di 'metalli e ^moneta, come Grifollino e Capocchio ; della seconda chi contraffece sé stesso, come Gia,7ini Schicchi e Mirra , detta terza i menzogneri e calunniatori, come la moglie di Pu- tifarre e Sinone, Nota le terzine 1, 3; 6 alla 12; 13. 16, 17, 20: 22 alla 2G : 23, 29, 33, 41, 42, 43, 4G. ■ 1. -La molta gente e le diverse piaghe Avean le luci mie sì inebbriate, Che dello stare a piangere eran vaghe. 2. Ma Virgilio mi disse: — Che pur guate? Perchè la vista tua pur si soffolge Laggiù, tra l' ombre triste, smozzicato ? 1. (L) InehbriaU di dolore. le discordie civili , delle quali an- (>l.) Molta. La nona bolgia ò ch'egli fn vittima, r-iù gremitadeile altre. — inebòiate. 2 M ) Ovate? badi tu a guatare? 1 lusitani inebrialo cdi in un rliscor- — Sojìnlije : f^rma so s-^ntirnHiiio ò rapito unto. ,SL) S tì'u'ge Lat. : haeret: La {F) Inebbriate E^e'h. XXllI, 33: vista fermaiulosi neli'oggeiio, pare D ebrietà e. dolo- e sarai npiena. [C ] che in esso s'appoggi, s'in-ounti. Inf., U..Xy\,d: Inebriabti te lacì ì/mav,ea. XXVIII, l. lo. — Par., XXIM, t. 44: E XXXI V, 7: S'inPbrierà la terra l berla che &i ioffotce in quftVarche. del sangue loro. Dante, Rime: E- L'u<a l'Ariosto (XIV, 50; XXVll, 84). brteia del gran timore. Piange e a' — Triste. Mn. . V: Triste^ umìrrae. tormenti , e alla cagione di quelli, Dante, Inferno, 22