Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/431

CANTO XXV. 2^ ma dimostra che l'arte dì Dante étutt' altra da quella de' più tra'poe- tanti d'adesso; che l'uomo della piazza e del campo era anche l'uo- mo della saprreslia e della scuola; e che la paura di parere prosaico non Io tormenta punto, non lo f.» parere prosaico davvero e sempre. Ma chei-chè sia delle no'e , questa pitinra in sé slessa è di maravi- gliosa evidenza. F.a bellezza sta tutta nelle particolarità, che frl'inpeRni potenti amano, ma le sanno sreirliere: i fiacchi le ammontano e fanno confusione e trasiacrlio. Delle bellezze di Dante, non poche stanno nel- rin>istere sopra un'idea e cercare la poesia nel fondo di <iuella ; stanno nel riguardare il vero da vicino, e coglierlo nelle sue pieghe.