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CANTO XXV. 283 4. Ahi Pistoia, Pistoia, che non stanzi D' incenerarti, sì che più non duri, Poi che 'n mal far lo seme tuo avanzi? 5. Per tutti i cerchi dello Inferno oscuri Spirto non vidi in Dio tanto superbo; Non quel che cadde, a Tebe, giti de' muri. 6. Ei si fuggì, che non parlò più verbo. E io vidi un Centauro, pien di rabbia, Venir gridando : — Ov' è, ov' è 1' acerbo ? 7. Maremma non cred' io che tante n' abbia Quante bisce egli avea su per la groppa, Infino ove comincia nostra labbia. 8. Sopra le spalle, dietro dalla coppa Con l'ale aperte gli giaceva un draco; E quello affuoca qualunque s' intoppa. 9. Lo mio maestro disse : — Quegli è Caco, Che, sotto '1 sasso di monte Aventino, Di sangue fece spesse volte laco. quasi anello alle braccia, gli si avvol- f£« dietro, poi un altro giro dinnanzi. L'imagine è talia forse dal noto passo di Virgilio: Biitnedium amplexi,. .. saperant capite et cervicibus aUis (.En., 11). — Dire. D'una serpe, Vir- gilio : Ne quicquam longos fugiens dat corpore tortus {Mn., V). 4. (L) Stanzi: risolvi. —Seme: di Catilina. (SD Stanzi per deliberi. G. Vil- lani. — Ingenerarli come 11 ladro (uo cittadino, poiché avanzi in mal fare 1 soldati di Catilina, rifuggiti nell'a- gro tuo, de' quali tu esci (Sallast. , Cat.). Simili imprecazioni nel XXXllt dell'Inferno e nel XlVdel Purgato- rio. Dino. LXII : Naturalmente i Pi- stoiesi sono uomini diìfcordevoli, cru- deli e selvatici... - LXIV : Come villa disfatta, rima'ie. (F) Incenerarli Ezech, XXVIII, 18: Trarrò fuoco di mezzo a te, che ti divorij e farò te cenere sopra la terra. 5 (L) In: contro. — Quel: Ga- paneo (SL) In. Bib, Volg. : Adiralo in te. Tasso : Impugnerami in te Varriii di Giuda. Som : In quem peccalur. — Quel. Inf., XIV, t. 16. 6. (L) Ei : YànnìFazcì..'- Acerbo: duro, mordace. (SLl Verbo, \rlos. , XXX, 4.5: Non vuol piii dell accordo intender verbo. — Centauro. .En., Vili : Pe- ctora serniicri. — Rabbia. ìEq. Vili : Furiii Caci mem effera. — Acerbo. Nel XV dell' Inferno chiama i Neri lazzi sorbi; e di Capaneo: la pioggia non par che 'l maturi (Inf. , XIV). jEn , V: Saevire animis... acerbis. 7. (L) Maremma: padule. — Lab- bia: viso; il di sotto aveva di cavallo. (SL) Bisce. JEn.y Vili: Mon- strum... Facies dira. — Labbia. Lab- bia dice del viso di Beatrice (Vita Nuova). 8. (L) Intoppa: incontra. (SL) Affuoca. Virgilio, di Caco: S drantem.... ignibus (.En., Vili). Flammisqne armata Chimaera (VI). — Intoppa. Lacan., ]X: Sibilaque ef~ funient cunctas terrentia pesles. Ante venena nocens , late sibi submovet omne Vulgus, et in vacua regnai Ba- sHiicui arena. Altrove : DucHii altum Aera quum pennis, armentaque tota secuti Rumpitis ingentei amplexi verbere tnutoi. 9. (L) Sangue d'uomini da lui uc- cisi.