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26$ INFERNO GL'IPOCRITI. Dice la Glossa citata dalla Somma: In comparazione de' due mali, è più leggiero peccare apertamente che simulare santità; e la Somma: Quegli che non cura essere buono ma parere, pecca gravemente. La colpa si misura dal fine , come chi simula santità per disseminare dottrina falsa, o per salire , indegno, a ecclesiastica dignità, o per altro vantaggio temporale. Ma chi si dà per più buono di quel eh' egli è, pure per compiacersi in cotesta finzione, è più vano che tristo (1). E più innanzi: 1/ occultare il peccato talvolta l'attenua quand' è se- gno di verecondia o c^uando diminuisce lo scandalo. - Siccome V uo- mo, in parola , mente significando quel che non è, non però sempre mente tacendo quel che è, il che- talvolta è lecito; così non sempre è simulazione, non significare ne' fatti quel che è. Oìid' altri può senza simulazione nascondere la propria colpa , acciocché scandalo non ne venga. E però Girolamo dice che celare la colpa è come un rimedio dopo il naufragio seguilo (2). Poi nota acutamente un'altra specie di ipocrisia della quale non mancan gli esempi ne' tempi corrotti e fiacchi. Può tahmo fingersi più cattivo di quello eh' egli è, che nessuno si finge cattivo facendo opere veramente buone; ma può l'uomo voler parere cattivo con opere in sé non cattive, le quali per altro abbiano appa- renz,.a di male: e tale simulazione è peccato, sì per esseì^e menzogna e sì per essere scandalo. Gl'ipocriti qui son coperti dì cappe, come in una Visione del Pas- savano, e come nell'Inferno d'Armannino. Qui sono gli felli incapuc- ciati, che lor falsità coprirono con qV ingannevoli mantelli. I frati di Colonia rammentati da Dante avevano cappe lunghe e larghe nel cap- puccio; però queste degl'ipocrili essendo di piombo, dovevan essere tanto più gravi. E rammentisi il dilatare le fimbrie che nel Vangelo è detto de' Farisei ; e quel di Giobbe; Non... veniet in conspectu, ejus omnis liypocrita (3): dacché se gl'inviluppi tolgono il tristo alla vista del buono, tolgono insieme la vista del buono a esso tristo, E qui cade quel d'Isidoro (4) : Il nome ci' Ipocrita è tolto da coloro che negli spet- tacoli vanno con la faccia coperta, distinguendo il volto con vario co- lore per imitare il personaggio che rappresentano, in sembianza ora d'uomo or di femmina per illudere il popolo ne' pubblici giuochi. E Agostino (5): Siccome chi rappresenta in iscena un personaggio, sem- bra quel che non è (che colui che fa la parte d' Agamennone non è veramente desso), così nella chiesa e in tutta la vita umana chi vuol parere ciuel che non è, gli é un ipocrita. Le cappe di piombo sono dorate di fuori che rammenta il parics dealbale degli Atti (G), e le parole di Cristo: Simili a' sepolcri imbian- (1) Arisi. Eth., IV. (4) Etym., X. (2) Il simile in Gregorio (Mor. , (5) Serm, mon., II. XXXI). (6) XXIII, 3. (3) Job., XIII., i6.