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CA.NTO XX. 231 32. Già fur le genti sue dentro più spesso Prima che la mattia di Casalodi Da Pinamonte inganno ricevesse. 33. Però t'assenno, clie, se tu mai odi Originar la mia terra altrimenti, La verità nulla menzogna frodi, — 34. Ed io; — Maestro, i tuoi ragioDamenti Mi son si certi, e prendon sì mia fede, Che gli altri mi sarien carboni spenti. 35. Ma dimmi della gente che procede, Se tu ne vedi alcun degno di nota: Che solo a ciò la mia mente rifiede. — 3(3. Allor mi disse: — Quel che dalla gota Porge la barba in su le spalle brune, Fu, quando Grecia fu di maschi vota 37. (Sì che appena rimaser per le cune). Augure; e diede il punto con Calcanta, In Aulide, a tagliar la prima fune. diconsi quando si fa cosa dal cui esilo si venga a conoscere alcun che d'oc- culto. User : Le sorti con le quali voi tutto decidete nei vostri giuaizii, le quali i Padri condannarono, sen- tenziamo non essere altro che divina- zioni e malefizii. 32. (L) }]aUta: stoltezza folle. (SD Mattia. Vive in Toscana. — Casaloii. Conti gnelfl, insitrnori- tisi di Mantova il 4272; il ghibellino Pinamonte de' Bonacossi, nobile, co- noscendo quanto i nobili fossero odiali, persuase al conte Alberto db' Casalodi relecjasse per alcun tempo i gentiluomini suoi aderenti ch'eran più forti. Questi lo fece. Pinamonte col popolo uccise {;li altri nobili tutti, e si fece signore. Dante, non loda il tradimento, ma chiama stolto il guelfo tradito. Mur Rer. Ital. , t XX (His'. M-int.) — Riceoeise. Arrnan. : Per tirannia forza ricevevano. Dante r ha nf Ile prose. 35. (L) Altrimenti: darle altra ori- gine. — Menzogna. G^«o retto. (SL) OH. Afios. , XVII, 68 : E se n'udite mai far al Ir i gridi. Direte a chi li fa che mal n' è iitruUo. Più schietto e più nobile in Dante. -- Frodi. Questo racconto può conci- liarsi con le cose dette nell'Eneide ; l'avvertimento del Poeta cade sopra altre origini eh' e' teneva per false; per esempio, da Tarconegtoscano. (F) Fro'fi. Som.: Fi odati della cognizione di Dio. 34 (F) Carboni. Siccome nel Salmo CXIX {V. -i) i carboni denotano lin- gue potenti al nuocere, cosi nel no- stro i carboni spenti denotano pa- rola impotente. [C.] In sfn<o con- trario. Prov , XXVI: Sicut carbones ai prunas et Ugna ad ignem. 33. (L) Procede: va innanzi. — Ri- fiede: lorna a ferire, rimira. (SD Procede: Mn , XI: Omni* longe conàturn nrocei^erat ordo. — Rifiede. Purg. , XV( : La genie, che sua guida vede Pure a qnel ben fe- rire ond'elVé ghiotta Iiif.,X: Sen- tier che ad una valle fiede. Lhì legge liiede può i^onfermarlo con quel di Virgilio: Seiet... sentenlia - Lique.., sedei (sta fitto in mente) {Mn., VII); ma gli é ni ido più languido. 36. (L) Vola : tutti «li' assedio di Troia. (ìL) Quel. Viene agi' indovini. 57. (L) Tagliar: salpare, uccisa IQ- genia (SL) Calcanta. ^a., II, iJ2. —