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226 INFERNO OAIVTO XX. ARGOMENTO. Nella quarta gli auguri, i sortilegi, i venefìci, gV in- dovini. Hanno il collo e la testa volti per forza dalla parte della scliiena; onde carmniìiano a ritroso, e guar- dano dietro a sé, perchè vollero veder troppo davante : rovesciamento non senza conti?iuo dolore. Altrimenti, trop- po leggera sarebbe la pena. Nota le terzine 3, 8, 10, 12, 16, 17, 18, 43. 1. 1/i nuova pena mi convien far versi, E dar materia al ventesimo Canto Della prima Canzon, eh' è de' sommersi. 2. V era già disposto tutto quanto A riguardar nello scoverto fondo, Che si bagnava d'angoscioso pianto. 3. E vidi gente per lo vallon tondo Venir, tacendo e lagrimando^ al passo Che fanno le letane in questo mondo. 4. Come '1 viso mi scese in lor più basso, Mirabilmente apparve esser travolto Ciascun, tra '1 mento e il principio del casso: 5. Che dalle rene era tornato '1 volto; E indietro venir gli convenia, Perchè '1 veder dinnanzi era lor tolto. 1. (L) Canzon: Cantica. — Som- patio lento. — Lelane. Vili. , II, <3:, meni in Inferno. Così ciiiamano le processioni i Greci (SL) Canzon. Ps. CXXXVI, 3 : tuttavia e gì' Illirici del rito greco. Cantica canlionurn. i. {L) Viso : sguardo.— Casso- 2. (DSYoterfo a nifi stante in cima, petto. (SL) Scouerto. V. ult. verso del (SL) Scese. Inf., IV: Ficcar Io Canto precedente. viso a londo.

{. (L) Letane .Litanie. Processioni. n. (L) Tur» a/o.: voltalo. —Gli:

iiìlj) Al passo. Così diciamo.' a loro.