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224 INFERNO desse il prezzo del battesimo, e , se no , noi volesse battezzare, fos- s' anco in punto di morte, dovrebbe morire senza battesimo, anziché dare prezzo: che il suo desiderio basterebbe. Di qui si vede quanto meno necessario dovesse a lai maestro apparire che per 1' ottenimento di beni troppo men preziosi del battesimo, facessersi negoziazioni si- mili a mercimonio. Col nome (prosegue) di compra e vendita intendesi ogni contratto non gratuito ; onde né la permutazione delle prebende o de' benefica ecclesiastici può, senza pericolo di simonia, farsi d'autorità delle parti; e neanco transazioni, siccome il Jus Canonico stabilisce. Ma può il prelato di suo uffizio tali permutazioni fare per causa neces- saria pur utile. Urbano 11 (J) : Chi da o acquista cose ecclesia- stiche non con quel fine che sono istituite , ma per prezzo di lingua d' ossequio indebito o di danaro, è simoniaco. ~ Se il chierico, «sen- tenzia la Somma, servì al ptelato a utilità de' consanguinei di lui o del costui patrimonio, o a. cosf simili, è simoniaco. Chi per mezzo d'un presente consegue cosa spirituale, non la può ritenere lecitamente ; eh' anzi, i venditori di cose spirituali e anco i mediatori loro, puni- sconsi : se chierici , ci' infamia e deposizione ; se laici , di scoww- nica. Ricevere però qualche cosa a sostentamento di quelli che ìninistrano i Sacramenti di Cristo, secondo V ordine della Chiesa e la consuetu- dine approvata , è cosa lecita, purché non si prenda come prezzo a mercede, ma come stipi-ndio a necessità. Senoriclié : Anco laddove Ix consuetudine consente il pagare certo prezzo non per le cose sacre, ma per la necessità del sacerdote , deve e questo e il fedele non sola- mente non ci congiungere l' int&nzione del comprare o del vendere, ma astenersi anco dalle apparenze d' umana cupidità. In questo Canio il Poeta non nomina che tre papi : dacché, secondo Tommaso, anco il papa può incorrere in vizio di simonia, come qua- lunque altro siasi uomo, e il peccalo é tanto più grave quanto la per- sona tien luogo maggiore. Perchè , sebbene le cose della Chiesa siano a lui affidate siccome dispensatore principale ; non però sono come a padrone; onde, s'egli ricevesse, per alcuna cosa spirituale, danaro dalle rendite d' alcuna chiesa, non andrebbe senza vizio di simonia; e similmente potrebbe commettere simonie ricevendo danari da' laici , non da' beni di Chiesa. In una canzone attribuita all' Allighieri, di Firenze è detto che la divo- rano Gapanco e Grasso e Aglauro e Simone mago e Simone e Maometto, cioè la simonia tra gli altri peccali. La simonia di Bonifazio, l'amico allora di Kirenze , la confessa il Villani guelfo. E mi sia lecito qui notare che sotto gli auspicii di Bonifazio fu cominciata in Firenze la chiesa di Santa Maria del Fiore, degno monumento d'un popolo grande; e Bonifazio stesso diede il primo vescovo a Sebcnico mia patria, ove sorge un tempio che in qualsiasi città del mondo sarebbe notabile e singolare. Dante, dopo fatte le mura di Dite vermiglie dal fuoco eterno ^2) , qui fa lo S(;oglio forato, e ne' fori i dannili cui succia la fiamma. Ac- cede sono ad essi le piante, per assomigliare i simoniaci a coloro che peccarono contro Dio e agli usurai. Stanno capovo'ii a indizio dilla perversione des;li animi loro, volti alla terra; 1' estremità sola vol- gesi al cielo. Cosi nel Purgatorio gli avari giacciono bocconi, e un papa tra quelli. Co^i nell' Inferno gli avari vanno carpone ; e gli uni- rai stanno a terra raccolti: e questi qui, futi nel sasso quasi a cer- care l'oro che nei monti si chiude. 1/ idea de' i)lò rossi sarà forse (1) Ep. XVII ad I.ucluiu. (2) Purg., Vili.