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CANTO XVII. 203 Dell'acquisto usurarlo dice Aristotele che est maxime prceter ìiatu- ram (1); e la Somma, ragionando dell'usura, eccettua dal biasimo di essa solo quel frutto che serve a compensare il danno che il pre- statore avesse dal mutuo a patire (2). Se non che i moderni teologi ed economisti consentono clie per compenso del danno abbiasi ezian- dio a computare quel tanto che il prestatore potrebbe ritrarre di frutto dal suo danaro s'egli medesimo l' adoprasse ; del quale fruito privan- dosi nel mutuo, egli viene a ricevere danno vero, quasi come di somma perduta. Ma sola la coscienza può essere giudice di casi tali ; né ba- sta la lontana possibilità del guadagno ])er farsi titolo al prò del da- naro, ma richiedesi che il prestatore abbia forza e d' industria e di volontà da poter rendere il danaro fruttuoso operandolo. Di qui con- segue che gli oziosi, per poco di censo che piglino, sono usurai e pec- cano di comunismo tanto più reo, quanto più mascherato. (l)rol.,I. (2) 2, 2, 78 ; e 2, 2, il8 : L* usuraio lucra di quello che devesi dare gratuito