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188 INFERNO I nomi de' numeri non paiono prosaici a lui clic , picchiando forte, fa balzare d'ogni selce scintilla, e zampilli da ogni terreno scavando profondo. Né gl'ingegni veramente poetici paventano d' apparire pro- saici; appunto come la schietta innocenza ignora il falso pudore. Dante nomina dunque le cose col loro nome proprio, e intende quasi sem- pre d'essere inteso quanto comporta l'arduità delle co^e che dice. Egli scende nel primo cerchio che V abisso cigne iì) Poi dal cerchio primaio (2) giù nel secondo ; poi io sono al terzo cerchio. Di nuova pena mi convien far versi, E dar materia al ventesimo Canto (3). Ma perchè piene son tutte le carie Ordite a questa Cantica seconda (4). Virgilio gli dice dapprima Io sarò primo e tu sarai secondo (5) ; poi quando sono al Centauro: Questi ti sia or primo ed io secondo (6). E nell' uscire d'inferno: Salimmo sUj ci primo, ed io secondo (7). E quasi sempre numerati ad uno ad uno i cerchi e le bolge (8). Ma chi volesse abbondanza dj numeri vada nel Paradiso, e senta come in- torno a quel punto, da cui dipende il cielo e tutta la natura, si gi- rino le intelligenze angeliche in forma di nòve cerchi , il primo ra- pidissimo : E questo era d' un altro circoncinto j E quel dal terzo, e' l terzo poi dal ciuarto. Dal qu.nto 'l quarto, e poi dal sesto il quinto. Sopra seguiva il settimo.... Così l'ottavo e' l nono : e ciascheduno Piìi tardo si movea, secondo ch'era, In numero, distante più dall' uno (9j. Quest'uno, che é Dio, altrove dicesi semplicemente qwei c/ie è primo, e la prima virtù, àa prima volontà, imprima ugualità, \\ primo vero: e altrove: Quell'Uno e Due e Tre che sempre vive. E regna sempre in Tre e Due ed Uno (10). Adunare a lui vale, unificare; e della Tri- nità : Quella viva Luce che sì mea Dal suo Lucente , che non si di- suna Da lui né dall' Amor che 'n lor s' intrea Hi) ; intrearsi e in- ternarsi gii é non già farsi triplo, ma essere trino. Della Trinità, pa- recchie volte : trina Luce che in unica Stella Scintillando. — Tre giri Di tre colori e d' una contenenza. — Tu trino ed uno. — Una sostanza in tre Persone. — Tre Persone in divina natura, Ed in una sustanzia essa e l'umana (i2). — E credo in tre Persone eterne; e queste Credo una essenzia sì una e sì trina , Che sofferà congiunto sunl et este (13). Abbiam visto adduare, che non è per l'appunio dop- piare, usato da lui in altri sensi (14). Incinquarsi (15) vale moltipli- carsi per cinque ; e immillarsi,- per mille. (1) Inf. IV. (8) laf., XXIX: bell'ultima bolgia (2) Prima a ha più volto per primo delle r/ieee. e primièro, e sczzaio per uliimn, e per (9) Par , XXVIII. finalmenlc ha al dassezzo (I.if , VII), e (10) P..r., XIV. ultimamente (Purg., XX); uè rifugge (1 1) Par., XIII. dai dire pe>iulthno (Par., XXVIll); o (12) Par., XIII. Par., X: Guardando fin questo modo di retro, per dir« il se- nel suo figli') con l' amore Che l' uno coiido de' modi indicati (Inf., XI) Sez- e l' altro eternalmentc spira. Lo primo zaio da scquior-sequor che è anche l'o- edincffnbilc Valore. - Ucll' atto Padre, rigine di secondo : onde secondare più che sempre la sazia Mostrando come volte nel senso di seguitare (Pur»;., spira e come figlia. hì(.,lìl; La dtuina XVI ; Par. , I; e ite'^nrc (Purg. , VII), Potcstatc La somma Sapienza e il pri- e reiterare (Pnrg , XIII) ; ha poi pò- mo Amore. stremo e .<>tremo e mvissimo {Pa.r.,XVì ; (13) Pur, XXIV. Oe'giri angelici ter- Purg XXVI e XXX). jioro (Par. , XXVIII) ; e de'ct-rrhi del (3) Inf, XX. Piiriiatorio, tripa-tito (Par., XVII); e (4) Purg., XXXIII. ncir XI dell' Inferno : tre ccrchiitli. (6) Inf., IV. (14) Inf., XIV : Doppiar lo dolore. (6) Inf., XII. (15) Par., IX : Questo centesim' anno (7) Inf., XXXIV.