Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/322

186 INFERNO 11 voto non si può commutare, secondo Dante, se la nuova offerta non sia maggiore di quella prima: se questa in quella, Come'l quat- tro nel seij non è raccolta (1). Domenico non domanda al papa di poter dispensare o due o tre per sei (2) , cioè commutare il maggior peso col minore. Da Dio raggia la vita del pensiero altrui nell' anima contemplante, come raggia Dall' un, se si conosce, il cinque e 'l sei (5). Nelle faccende civili, massime nel di del pericolo, taglia Più e meglio una che le cinque spade (4). Romeo, il povero pellegrino, richiesto di rendere conto all'ingrato re, gli assegnò sette e cinque per diece (5). E sette volte sta per grande numero indeterminato (6)^ così come ce?tic e come mille. Ercole al ladro Gliene die' centone non sentì le diece 0) Dante a' simoniaci : E che altro è da voi all' idolatrCj Se non eh' egli uno , e voi n' orate cento? (8). — Chi s'arresta un po' sotto la piog- gia del fuoco, per pena, giace poi cent' anni senza poter con le mail scuotere da sé gli ardori; i diavoli addentano i barattieri con piiiM cento raffi; al sentire i falsatori che un vivo viaggiava tra essi, ?iù fur di cento che s'arrestarono a riguardarlo; se un falsatore in c^n- t' anni potesse fare un'oncia di strada, sì metterebbe in via per Mi- surare le undici miglia della sua bolgia, e raggiungere il reosigrore che lo indusse al peccato; il falcone senza preda discende muo^n- dosi per cento ruote . . . disdegnoso e fello (9) ; più dì cento spriti siedono nella barchetta coli' angelo ; sopra il divino cocchio Si Ivàr cento.... Ministri e messaggier' di vita eterna (10). Nel pianeta de'con- templanti cento sperule... s'abbellivan con mutili rai {lì). Più dinille ombre Virgilio mostra e nomina a Dante tra' sensuali ; più dìmille anime distrutte fuggono per la gora dinnanzi al messo celese che vien per aprire la porta chiusa a' poeti da' diavoli, i quali eraiop/ù di mille a impedirne il passo. Farinata giace con increduli oiù di mille; a mille a mille vanno i Centauri saettando le anime luigo il fosso dì sangue. Dante a Virgilio : Tenpriego, E ripriego,clie 'l priego vaglia mile (12). Firenze è dagli amici perfidi fatta selva tale, che di qui a mi 'anni Nello stato primaio non si rinselva (13). Se Dante stesse nellaiamma purgatrìce ben mill'anni. Non lo potrebbe far, d'un capei, caJO (14). La volontà ferma è come fuoco che si ridirizza sempre se mie volte lo torca violenza: il traditore non vuol dire il suo nome a Unte se bre; Tal era quivi... (Inf., XXIX). 3Ia- Fselte teste della bestia nel XI dell' la- remma non cred' io che (ante n abbia ferno riappariscono nel XXM del Pur- Qunnte bisce egli atea (Ini ,XXy)Quan- gatorio. Nel IV dell' Infern il castello te il villun.... Vede lueeiéle... Di tante de'savìi e giusti pagani è5e//e t'o//e fiamme tutta risplendca L' ottava bolgia cerchiato d' atte mura, e perette porte {Inf., XXYl). Tanti splendor' eh i' peti- ci si entra. sai eh' ognilume Che par nel del, q>nn- (7) liìi.,XX\ . - Alle priinpcrcossc! di fosse diffuso (Par. , XXI).... Un ben E già nessuno Le seconde cocllava né distributo I più posseditor faccia più /<? /erze (Inf, XVII 1.) ricchi Di se, che se da pochi è posseduto (8) Inf., XIX. (Purg., XV). (9; Inf. XVII. Pm'g.,XIX: Non (1) Par., V. eran cento tra' suoi passi eiei Quando (2) Par., XII. le ripe iguatmente dicr voi, (3) Par., XV. (10) Parg., XXX. (4) Par. XVI. (M) Par, XXII. (5) Par., VI. (12) Inf., XXVI. (6) Inf., VIII:... più di sette volle (13) Purg., XIV. m' h'ii sicurtà renduta, Inf., XXII: /^cr (li) Purg., XXVIf, wij ch'io so , ne farò venir sette. Le