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CANTO XVI. Wl Che del fare e del chieder tra voi due Pia primo quel chs tra gli altri è più tardo (l) Non so... quant' io mi viva: Ma già non fia ' l tornar mio tanto tosto , Ch' f non sia col Voler prima alla riva (2). — Tu sentirai di qua da picciol tempo D' quel che Prato, non ch'ai- '.ri, l'agogna: E se già fosse, non sana per tempo (3). Ma del S'ilire Non m' accors' io, se non com'nom s'accorge, Anzi ' l nrinw pensier , del suo venire (4). — Nello speglio In che, prima che hcnsijilpensier paìuli (3). — Sì subitamente Che V atto suo per tempo ton si sporge (6). IVelle Imaglnl che il Poeta sce?:1ic , ritrovansi le minime quantità del temf)0, e denotate le immensurabili, e tutti i limili del tempo da litimo sorvolali. Del soggiorno d' Adamo nel paradiso terrestre dice eie fu, Dalla prim' ora a quella eh' è seconda. Come 'l sol mula qua- dri, j alV ora sesta {!). Dell'intervallo dalla creazione degli angeli alli caduta dice: Né giugneriesi , numerando j al venti Sì tosto come dctli Angeli parte Turbò 'l suggello de' vostri elementi (8). )all' idea del tempo passanrk) a quella del numero, di' è più gene- ral!, anche qui troviamo ricchezza di modi e d' imagini. D' un dub- bio: Prima era scempio, e ora è fatto doppio (9) ; dello splendore d' un Celsle: Sopra lo qual doppio lume s' addua HO) ; del raggio della graia ne' Beali: Moltiplicato in te tanto risplende (li); della virtù dell intelligenza divina operante negli astri : . . . Sua bontale Molti- pli'-da per le stelle spiega , Girando sé sovra sua unitale (i2 ; della natun degli Angeli : . . SI oltre s' ingrada In numero, che mai non fu loaiela Né concetto mortai che taìtlo vada (i3). - (!) *ar. , XVII. 11 modo francese mi taroa ler esprimere desiderio vivo si che egli intervallo di tempo par lungo e tarde, che ora dicesi : vii pare mil- V anni era della lingua antica ed è in Dante (rif..lX, XXD con bella varietà : Par., X; Corse e eorrcndn qI parv'es- scr tarli Por., XVI : E par lur tardo Che Di<> luiglinr ritrt liripogna. Inf. , Il : Talli vi' aggrada il lao comanda- mento, ('. L'ubbidir, se già fosse, m'è tardi. Oizio : Sic miìii larda flmint in- gralaquc'.iiipora qucespeni Consilium- que niorctiir aqondi qnaviter.,. (2)., Pig., XXIV. A significare bre- vità di tapo hai non solo senza in- dugio {h\ XXVII) , ma senza dimoro (In., XXi, e senza canta (Piirg. , XXXI). (ó) InfXXVI. (4) ParX. (5) Pai XV. (6) l'aiX. (7 ParSXVI. (8) ParJiXIX. (9) PuiXVI. Senso più spirituale ha scmpli Dell' essenza di Dio, sem- plice liart della sua visione, sc»j- plice scmifile {Par., XXXIII). /^ suo raggiare aduna. Quasi specchiato , in nuove sussistenze, Eiernalmcntef r>ma- ìiendosivna (Par..XlH). — Par., XXIX : Tanti Sp( culi fatti s' ha, in che sispezzOj Uno innnendo in sé come davanti, (IO) Par, VII. (H) P..r., X. (12) Par., II. (13) Par ., XXIX. Anco in Paradiso il Poeta però si rammenta che commedia è la sua, e dice : iSon ha Firenze tanti Lupi e lìi'idi. Quante si fatte favole per anno In pergaiho si gridan quinci e quindi(VAr , XXIX). E rammenta 1' al- tro: Che laiìli'. lingue non san ora ap- prese A dicer sipa tra Savenn e '/ Reno (Inf., XVIII). Sinosical falso monetierc: Son qui per un fallo ; E tu per più eh' alcun altro dimonio (lisf, XXX). Di gente eh' i' non avrei mai creduto Che Morie tanta n* avesse disfa'ta (Inf. III). Se s\idunasse ancor tutta la gente Che... Con quella.'. E l' altra... E qual forato Suo membro, e qual mozzo Mostrasse; d' agguagliar sarebbe nulla II modo ddla nonabulgiasozzo...{\\\i.,Wy\\\). Qual dolor fora se degli spedali Di Valdi- chiana... E di Maremma e di Sardigna i mali Fossero in una fossa tutti insem-