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CANTO XV. KM 39. Di più direi: ma '1 venir e '1 sermone Più lungo esser non può; però ch'i' veggio Là surger nuovo fummo dal sabbione. 40. Gente vien, con la quale esser non deggio. Si'eti raccomandato il mio Tesoro, Nel quale i' vivo ancora: e più non cheggio. 41. Poi si rivolse; e parve di coloro Che corrono a Verona il drappo verde Per la campagna; e parve di costoro Quegli che vince, e non colui che perde. — D'; di Firenze in Vicenza. — Ove... • dove morì. (SD Colui. Andrea de' Mozzi , vescovo dì Firenze ; il quale per que- sto vizio fu trasferito al vescovato di Vicenza, dove morì gottoso. (F) Nervi. Som. : hi sanguine et nervo intelligitiir prohiberi crude' litas et voluptaiy et fortitudo ad pec- candum. 39, (L) Fummo per la rena mossa dalio scalpitar di gente. (SL) Sermone. Mn. y T: Longo sermone. — Può. Rammenta il con- gedo di Deifobo. Mn. , Vt : Explebo numeruvi reddarque tenebris. I de- cus j i wosfjnm; melioribus utere fatis. — Veggio. iEn., IX : Hic subi- tam ni§ro glomerari pulvere nubem Prospiciunt Teucri ac tenebrasinsvr- gere campis.— Fummo. Come nel XV[ del Purgatorio, Marco si congeda da ."ìante. 40. (L) Vivo : di fama. — Chieggio : chiedo. (SL) Vivo. Ennio : Nemo me lacrimis decoret ... volito vivu^ per ora virum. Ov. Met. , XV: Si quid habent veri vatum praesagia, vivam. (F) Tesoro. Allora, che nonave- van la stampa alia fama d' un' opera era più bisogno della cura de' bene- voli per non perire. Del Tenoretto non parla, come cosa minore. Ma questo è l'abbozzo d'un viaggio si- mile a quello di Dante. Il Tesoro è un' enciclopedia del suo tempo scritta dopo il Tewrelto ; lo tradusse in parte Bono Giamboni. Lo stile poe- tico di Brunetto è nella Volgare Elo- quenza biasimato da Dante. 41. (L) Drappo: palio. , (SD Uivolfe. Parlando guar- dava al Poeta. Ora si volge per rag- giungere la sua sctiiera : non si ri- volge già indietro. — Drappo. Dante l'avrà veduta, essendo in Verona, cotesta corsa, che face vasi la prima domenica di Quaresima da uomini Ignudi. Comico vt^dere il segretario della Repubblica fiorentina correre al palio. -©-•^S^^S^-»- Col dir^ che, giungendo al secondo stadio della campagnainfuocata, s'era persa di vistala selva de' suicidi, trasporta sopra luogo la fantasia, che misura gli spazii. E cosi il far ascen- dere dal ruscello il fumo che spe- gne gì' incendi pioventi dall'alto, e contrapponendo bollore a bollore, eccesso a eccesso (secondoctiò suole il male e il dolore , che a sé medesimo si fa limite ) , e assicurando a S(> stesso sull'argine innocua la via; Dante adopra uno di que' congegni. che a lui stesso non sempre riescono, e non sempre li cura, ma troppo ci badano e troppo ne abusano i mo- derni facitori d' epopee e di romanzi e di drammi, confondendo il pro- babile reale con l'ideale poetica ve- risimiglianza-. Il chinare la mano dall' argine verso Brunetto più giù, fa pittura: ma l' andare a capo cliino per rive- renza al dannato maestro, è morale bellezza, ispirala da quella bontà eh' é unica vera ispirazioue. Tre volte