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128 INFERNO 22. Lo mio Maestro disse: La risposta Farem noi a Chiron costà di presso. Mal fu la Yoglia tua sempre sì tosta. 23. Poi mi tentò; e disse: — Quegli è Nesso Che morì per Ja bella Dejanira, E fé' di sé la vendetta egli stesso. 24. E quel di mezzo, che al petto si mira, E 1 gran Chirone, che nudrì Achille: Quell'altro è Eolo, che fu sì pien d'ira. 25. D'intorno al fosso vanno a mille a mille, Saettando- quale anima si svelle Del sangue più, che sua colpa sortille. 26. Noi ci appressammo a quelle fiere snelle: Chiron prese uno strale, e con la cocca Ecce la barba indietro alle mascelle : 27. Quando s'ebbe scoperta la gran bocca, Disse a' compagni: — Siete voi accorti, Che quel dirietro move ciò eh' e' tocca? Fare age , quid venias , jam isthinc et comprime greaum. 22 (L) M d: caro ti 'Osta II nreci- Dìtoso volere, com<» quando volesti Dejanira m^2lì« «l'Ercole (SD Di presso. ^ovelHno, X: Mi fo^se tanto ai pre<>o. Si volge al iruggiore dei tre ai men furioso — Mal fu. Ov. Mrtt., IX Nesso, saettato dd Ercole . si vendi 'ò , dando alla donna la veste intrisa dell'avvele- nato suo san^ift Ond'E'Cole mon- tò in furorn L'ira è contagio. 23. (Lì Ipu^ò: to-oó ppr cenno (SLi Tentò H'KHt. Snt , II, 5 : Cuhiio 4imf,fm prope tiinQen<. E pist,L6: Foiiat l<>l'i< [nf.,XX»^ll: Mi tentò di confa Tentare da tenere. 24. (I.) N'i- l'i: ♦'du ò. (SL) Chirone Lucano nomina d«' G«"iHuri q't^^sti IIP : Ho pes et AlciottP nimmi Phol- (Piiais , VI). (F) Mira Prisoso, come dotto, lìi Chironr, v.di Suzio (Adi , Il i e Vir^ilid (Georg. Ili) O'Iifnn: Smerlo in ar*ne e S'ioio in vheii'ini — Foto. Lo nomina Sta/.io (Tii-^b III) e Virfiilio (G^^'Ttr.. Ili tra i furib-indi Centauri: e l'epiteto furente^ mosse forse il PoPta a por't^ i Centauri saettatori de'tiranni e de'IadrU Altri si lagna che l'aio d'Achille sia mes- so all'Inferno Virgilio anch' egli vi meite i Centauri ; altri lo facevano assunto in cielo Folo era di quelli cliP. tentaronor il r^tto d' Ippodamia (Ov Mei.) In Nesso è figurata la cupidigia violenta; in Folo, il vio- lento furore, Boezio nomina i Cen- tauri e li Hice domati da Ercole. 25. (L) Quale : qiià\afì\xìe. — S'^el' le: s'al/.a i»er m-'U seinire i| bollore. — Ch : n le ;,ssegnó la sua colpa. (SL'S u'ile ContiitavidallaGiu- siizìa eiein< Divellere in senso si- mile, Inf XXX <V (F) S rlilU S)rl.fl non è sem- pre ca^o M'i yilLabore.mxortHi. Sai) , Vili 19: SortUm surn unitnam bonam. 2(i (L» C'cca: il di sotto della saettJi. F^ce •' per parlare più ctiìaro e lib'^nt. ISL\ Birba Per i>a'hre,nna ninfa in Ovidio (Mn , V) : R')r<)nf.c,s- que co'iKii a ironie remoiH ad au~ »r<. Atqu" nil. 27. (L) SiPle : vi siete. — Quel : Dante <F) Tocca '^om.: Agena corpo- re, agens per contactum. .Cajibo XV" 1 Inferuo Ter 5 Crta^ i^r^ez^t? a^n-^ e/ftl/<z^^ ^raZu tz^ fi'fri^^rsC