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108 INFERNO 33. E' par che voi veggiate, se ben odo, Dinnanzi, quel che il tempo seco adduce; E nel presente tenete altro modo. — 34. — Noi veggiam, come quei ch'ha mala luce, Le cose (disse) che ne son lontano: Cotaato ancor ne splende il sommo Duce. 35. Quando s'appressano, o son, tutto è vano Nostro intelletto ; e, s' altri non ci apporta, " Nulla sapem di vostro stato umano. 36. Però comprender puoi che tutta morta Fia nostra conoscenza da quel punto Che del lutiiro fia chiusa la porta. — 37. Allor, come di mia colpa compunto, Dissi: — Or direte dunque a quel caduto, Che '1 suo nato è co' vivi ancor congiunto. 38. E s'io fui dianzi alla risposta muto, Fate i saper che '1 fei perchè pensava Già nell'error che m'avete soluto. — 39. E già '1 maestro mio mi richiamava: . Per ch'io pregai lo Spirto più avaccio. Che mi dicesse chi con lui si stava. (Par., XVI).-- Sentenza. Alla latina. {F) Intellello. Som.: Nessuna Mn., V: Quae nunc ani^o sintentia potenz'i conomliva rimane neJl a- con4et Hor. Ep.. I, i.Mea cumpu- nimajefarata, se non V intelletto. gnai xenlentia fecum. 36 (L) Da : dopo il giudizio non 33. (L) Nel: Non sapete quel che c'è più tempo, ma eternità, segue di presente nei mondo , ma (SL) Chiusa. Ma., Vi: Aperit' sì il futuro que futura. { SL) Additce Jpr.,XLVl, 17 : li 37 (L» Colpa: d'avsr tenuto In tempo ndduisf tumulto liur.. Sat. Il, ambasciai! cuore del padre. —Nato: 2 : Diem festum re^'inns adduxerit figlio. annus. Geol-g. , I: Quid vesper... (F) Congiunto. Anime separate vehat. era il modo delle scuole 3i. (L) Iwce; vista. —iVe: ci. — Pw- 38. (L) J: gii. —J?n or .del non sa- ce: Dio per voi il pres^^nte —Soluto: sciolto. (SL) Luce. Petr. : A guisa d^or- (SL) Pensava. Quel suo non bo senza luce Vive in qualche dia- sapere della sorte di Guido, e quel- letto. — Duce. Che mena dritto.., l'avere udito da Ciacco e da Farina- per ogni culle (Inf., I). ta annunzii dp| futuro, lo confonde- 35 (L) Apporta: novella. — Sa- vano. — Soluto, nel Crescenzio. pem: sappiamo. 39. (L) Ajaccio: in fretta. (sL) Apporta: Afferre \ Latini. (SL) Ajaccio. Usa in certi pae- ; Gic, prò Cicl., 21; Liv., VII. 39, in si toscani. ] questo senso. ;En. , IV : Fama fu- \ venti Delulit armari classem.