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CANTO IX. 95 20. Così disse '1 maestro: ed egli stessi Mi volse; e non si tenne alle mie mani, Che con le sue ancor non mi chiudessi. 21. voi che avete gl'intelletti sani, Mirate la dottrina che s'asconde Sotto '1 velame degli versi strani. 22. E già venia su per le torbid'onde Un fracasso d' un suon pien di spavento, Per cui tremavano araendue le sponde. 23. Non altrimenti fatto che d'un vento Impetuoso per gli avversi ardori, Che fier la selva senz' alcun rattento, 24. Gli rami schianta, abbatte, e porta i fiori; Dinnanzi polveroso va superbo, E fa fuggir le fiere e gli pastori. 25. Gli occhi mi sciolse, e disse: — Or drizza il nerbo Del viso su per quella schiuma antica. Per indi ove quel fummo è più acerbo. — 90. (L) StesH: stesso. — Tenne: volume, riversa, per equilibrarsi, le contento. — Chiudessi: ch'n lesse sue più alte colonn*^ sulle più fredde: (SL) Siei'i. Sacch : Tu stessi, quindi ì gran calori dell'una parte Cosi da ille, egli. — Man' Luoan., del glot)o danno venti dall'altra. IX: tpsa regi' irevidum Pallas, de- 24 {^L) Fiori. Altri legge porta xiraque trernente Perseos aversi Cyl- fuori, perchè pofo gli paiono i fiori leniaa dirigit Htrpen. — Chiudersi, dopo i ranO': ma 1 rami 11 vento Anco in prosa (Oti. e Gellini). Ario- schianta; i fiori, li porta La polvere sto: imporia<si per in>portasse. è meno de' fiori; pur viene poi. E le 2i. {¥) Sani. Som.: Smumintelìe- gradazioni rettoriciie dal meno al ctum. l'iù son gioco d'umanisti. Arios. , '22. i^L) Già. Xinque. Comincia- XXX, 51: Granaine .. Che spezza m^nto famieiiar»^ a Virgilio. — Ve- fronde e rana e grano e stopp a. A nia JEn . VII: M igno veniente ira- 'Iw piace il fuori, rammenti ..En., I, goie. — Torbide- JEa j\l. Tur btdus.. Maiia ac tenan. lemnl rapidi se- QurQe<, cum Georg., Il : Sijl'^ne, Quai ani- 23 (L) Ardori: 1 caldi di nae^e op- tnosi Euri assidue fiangunique , fé- posto — Fier: ferisce. — Rallento: runique. M* il fuori soi«t, uial suona ritegno a me, m; s-^ime c<l d'Ununzi i^he se- (SL) Altrimenti. Houd alUer: gut^. — Pi ti.ri. Georg., l: Quo ma' freqni-ni»- m Virgilio. •— [Few/o. Her- xima tìiolu Terra iremit, iuyere 'fé- li*., 1 inn ,1 XI st 6 ] — Avprsi. rae, et rrivrttita corda Per genles Mn W : A^-er òole — Fii-r Dan- huvdhi strarit parar. M». . XII: te. Rime: Che fier tra li y>iei *ptrfi Quuti^, ubi ad tenuf abrupfo si'le- paurosi. E inf., X, terz. 23. Fior di re, nw-bui It mare ter me^nim: virtù: Fiere per leri^ce. Bue, IX: miseris, heul prae<cia longe Horre" Feriant... littoia fluctns. scunt corda agricoUS; dabit illerui- (F) Ven/o. Is., LXVI, 15: Qu^st nas Arboìibus , stragemque satis ; turbo le sue quadrighe. Jer., IV, 13: rnet omnia late; Antevolant , soni- Quasi tempesta il suo cocchio. -^ Av- tumque fertmt ad Htora venti, versi. L'aria scaldata, crescendo in 25. (L) Sciolse Virgilio. — Nerbo: