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CANTO VI 59 5. Cerbero, fiera crudele e diversa, Con tre gole caninamente latra Sovra la gente che quivi è sommersa. 6. Gli occhi ha vermigli, e la barba unta e atra, E '1 ventre largo, e unghiate le mani; Graffia gli spirti, gli scuoia, ed isquatra. 7. Urlar li fa la pioggia, come cani: Dell' un de' lati fanno all' altro schermo ; Volgonsi spesso i miseri profani. 8. Quando ci scorse Cerbero, il gran verme, Le bocche aperse e mostrocci le sanno: Non avea membro che tenesse fermo. Sap., XVI , ÌQ: Aqnis et grandini- bus et plumis persecutionem passi. 3. (L) Diversa dalle tìere note. (SL) Cerbero. iEn. , VI : Cerbe- rus hcec ingem latratu regna tri- fauci Personat , adcerso reeubans immanis in antro. Stai., V|| : Ter- geminoique mali cu^toiis hiatus. — Diversi. Di-re- to P>>.rie>sa, di spe- cie mostruosa Inf.XXXIll: Uomini di'^ersi D'ogni codu'fc. Vita Nuova: Visi diversi ed orribili a vedere. — Caninamente. Petr. : Nemica nalu- ralmente di pace. (F) Tre. Tre gole ha Cerb'^ro; tre facce h\ Lucifero (Inf., XXXIV). L'Oti.: Significa che abbia §«* giu- stizia sopra li peccatori delle tre parti del mondo. E età Fulgenzio. — Sommersa. Som.: Lo smergo, del qu^le è natura dimorare lungamente sott'acqua j significa il golow che nelle acque delie delizie s' immerge. 6. (L) Lquatra: squarta. (SL) Unta. Proprio de' golosi. Orazio, di Cerbero (Carm. , ili, H): Spiritu$ teter saniesque manet Ore trilingui. Sen , Htìr.% , For. v. 784: Sordxdum tabo caput. — Mani. Cosi chiama Plinio le zampe anteriori dell'orso (Vili, 36) Ma qui Cerbero é demonio con forma tra umana e bestiale Somiglia un poco alla de- Sf^rizione che fa Virgilio d' un appa- recchio da mangiare. Te^gora diri- piunt cosds, et vincerà nudant. Pars in jruHta secant {JEa. , 1). — Isqua- tra. Come interpetrare per tn-(crpre- tare. Anche Lucano (VI) fa le viscere umane lacerale e ingoiate da Cer- bero Armannino, degli iracondi: La Gorgona costoro iranghiottisce e fanne grandi bocconi : poi per lo sesso li caccia fuori. (F) liquatra. Sap.. XM7: Per quce peccai quis, per hcec et lorque- tur. Norma da Dante osservata in parecchi de' suoi supplizi!. 7. (L) Schermo: si voltano orsul- l'un fianco or sull'altro. (SL) Schermo. Nel XVII del- l'Inferno ì dannati, per difendersi della pioggia di foco. Di qua di là soccorrén con, le mani , Quando a' vapori e quando al caldo suolo. — Volgonsi. Ma., ili: Fessum... mutat lalus , di un gigante dannato. — Profani. Stat., l : Dapibuique pro- fanis Instimulat. Lucan. : Profana morte (F) Urlar : Joel., 1, 5 : Ululate... qui bibitii vinum in dulcedine. — Profani. Aveva anche senso di scel- lerati (Machab., Il, Xll, 23) , e pro- fani ben chiama coloro quorum deus venter est (ad Philipp. , HI, 19). II mangiarli che fi Cerbero e Io star essi cosi distesi, somiglia al tor- mento di Tizio nel Vi dell'Eneide. 8. (SL) Gran. Mn. , VI: Cerbe- rm... ingem. Ov. Met , IV: Tria Cerberus extulit ora. Et tres Latra- tus simul e^i'iit — Vermo. au an- tico valeva qualunque sia fiera schi- fosi. Pulci (IV, i5). Ariosto: Che al gran vermo internU mette la briglia. Vermo, nei salmi penitenziili, fal- samente atfribuifi a Dante, il demo- nio. — Aperse. JEa. , V[ : Fame ra^ bida tria guUura pandens. — Fer- mo. Virgilio, di Cerbero {Ma, VI): Horrere videns jam colla colubris. Georg., HI : Tota] iremor perteniet equorum Corpora. - MI: Tremit ar-