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CA^'TO V. 47 OAIVTO V, ARGOMENTO. Al secondo cerchio trovano Minosse, giudice e distri- hutor delle pene di tutto l'Inferyio : che qui l'Inferno co- mincia. In questo cerchio i lascivi entro un turbine che li aggira, e minaccia precipitarli ne' cerchi di sotto. Dan- te qui trova Francesca da Rimini, e sente la storia del suo misero amore. • Nota le terzine 4, 5, 10, 11, 12, 14, 13, 16, 18, 21, 24, 25, 27, 28, 31, 33, alla 41; 43 all'ultima. 1. Liosì discesi del cerchio primaio Giù nel secondo, che men luogo cinghia, E tanto più dolor, che pugne a guaio. 2. Stavvi Minós orribilmente, e ringhia; Esamina le colpe neir entrata: Giudica, e manda secondo che avvinghia. 3. Dico che, quando Y anima malnata Gli vien dinnanzi, tutta si confessa: E quel conoscitor delle peccata 4. Vede qual luogo d' inferno è da essa : Cignesi con la coda tante volte Quantunque gradi vuol che giù sia messa. 1. (L) Primajo; primo. — iJitn; (asque el mmina dtsci(. Aneo Vlrgi- clnge meno spazio, ma'abbraccia più lio pone Minosse subilo dopo la sede dolore. — A: 'a far gridare guai. de' bambini: ma il suo è il savio di ■2. (L) Ringhia: freme d'ira. — Creta; il Mìnos di Dante è un de- Secondo: Quante volte avvolge a sé monio che giudica con la coda e se la co'ta, manda il dannato tanti cer- la morde per rabba. Inf., XXVII. chi giù. — Eiamina Stai., Vili: Popiilos pò- (SL) Minós. ^En.,VI: Nec vero scebat crimine vitae. hae iine sorte datae sine judice sedes: 3. (SL) Peccata. Inf., XXIX: Mi- Quaesilor Minos urnam movet • nói, a cui fallir non lece,