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INFERNO 4. r non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant'era pien di sonno in su quel punto Che la verace via abbandonai. 5. Ma, po' eh' i' fui al pie d'un colle giunto Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cuor compunto; 6. Guardai in alto: e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del Pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle. 7. Allor fu la paura un poco quota, (he nel lago del cuor m'era durata La notte ch'i' passai con tanta pietà. 8. E come quei che, con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa, e guata; 9. Così l'animo mio, che ancor fuggiva; Si volse indietro a rimirar lo passo Che non lasciò giammai persona viva. 4. (F) Verace. Conv ; VI : Nella vita umann sono dio*'riii cammini, óelli quali uno è veracisù'no , e un altro fallacissimo ; e certi men falUci, e certi men aeraci Insiste ivi a lun- go sulla m*»'ìesiii)a indagine. — Ab- landonni. E^ii è Dante che abbm- dona la vìa: l'allegorìa dunque ha senso non sulampote oolitì-o ma mo rale Pura., XXX: E roUe i pam fi noi per oia "non ce-a Prov., ll,i;i: Ladano la strada dirit'a, e vnno per rie buie. Boet : Ubi acuìoi a sammce luci^ veritate ad intenora et tenebrerà dejeceiint, moxinscitice nube cnliyant, pernicwds lurbantur alTectibUìS 6. (L) Sue: del colle. — Pianeta sole. (SL) Guardai. Pi=ìal CXX. 4 Levai gli occhi a' monti, onfie i-enga Vaita'a me.— Vesti e iEn. , VI Campos lumine ve<iit Purpureo — Óiini ìE I IV: Sol, qui terrarum flammis oppra omnia luslras. (K) Guardai SotU) figura di nuovo giorno in una lettera Ialina presenta Dante il venire d'Enrico in Italia. E nel convivio chiama Dio sole spirituale e intelligibile. Ev ci». ,XXm, 28: CU occhi del ^V^ gnore son più lucenti del sole, veg- genti tutV intorno le vie degli uo' 7nini . e V fondo fieW abiiso Prov., Vi , 23 : Il precetto è lucerna, e la legge tui é ma di vita, 7. (L) Pietà: dolore da indurre pietà. (SL) Paura. JEn., 1: Hoc pri- mum in luco nova res nbtata limo- rem Leniit : hic primum jEncai spe- rare salutem Ausua (F) L^QO (:o>ì chiama an'^o in unn canzone quella cavila del «-uore eh' è ricettacolo del ssngue. e che IHarvey chiama sanguinici promptua- ìium et cisterna, li B •(•i-a(v io dice che in quesia --avita abitano gli ^pi- riti vitali, e di li viene il sangue e il calore che per tutto il corpo si spande. Lattanzio Opif. Dei: Globìis cordi >, qui unus anguinit fons est. 9 (Li Fuggiva di ^laura. — La- sciò passare (Ih sé. (SL) Fuggiva. ^En. , Il : Ani- mus ìur.lu rcfugit — Vira Mn., VI : Lucoi '^Wg^O'(, legn i invia tini^. (F) Viva Jo. , XIV, 6: Ego 8um via. veritai et vua Esco per- chè , smarrita la via vera, egli en- tra in una selva amara che poco é più mone. Prov., XII, 28: Insanita