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cu L EDITORE AI BENEVOLI LETTORI SENZA GENTE, eternando coi dolori e coi rancori di un uo- mo le glorie e le sventure di un popolo. Nella mente di Dante le miserie e le vergogne della discordia che agitava Firenze, non erano che un anello di quella grande catena, che si avvolgeva intorno al bel corpo d'Italia. Egli piange sul suo nido natio, ma dopo avere esecrato i tiranni, di cui le terre d'Italia erano tutte piene. Gli Svevi da Federico a Corradino, gli Angioini da Carlo a Roberto, gli Arago- nesi da Pietro a P'ederico, i Tedeschi da Alberto ad Arri- go, i Francesi da Carlo Magno a quel di Valois, e i Re di Spagna, di Navarra, di Portogallo, d'Inghilterra, di Scozia, d'Ungheria, di Boemia, di Norvegia, di Cipro, passano tutti a rassegna, o lodciti con parole miste d'esortazione, di ram- pogna, maledetti con la potenza che dà l'ira, l'ingegno, il dolore. Non provincia in Italia, non città ragguardevole quasi ch'egli non tocchi nel volo della concitata passione,, dond'egli non tragga un idolo di speranza o di vendetta. Gli uomini di tre secoli gli passano dinnanzi quasi paurosi di essere marchiati d'infamia; ed egli, come il suo Minosse, conoscitor de' peccati, segna a ciascuno il suo grado nel- l'inferno, in quell'inferno il cui modello la vendetta gli stampa rovente nell'anima. , Quindi non è meraviglia se Dante colla DIVINA COM- MEDIA sollevando la poesia italiana a un'altezza non pri- ma tentata, e adoperandola nei gravi argomenti della po- litica e della morale, sia nel volgere dei secoli divenuto poeta universale ; se lo studio di lui sia più sparso di quello di nessun altro scrittore ed abbia avuto tanti cultori, tra- duttori, chiosatori, illustratori; se la letteratura dantesca. stia come da sé e conti proprii storici e bibliografi r se la Germania onora nell' Allighieri uno dei più splendidi lumi che irraggiò tutta l'Europa, diradando le tene! Te dell'età del ferro coi canti, d'una nuova poesia; mentre l'Italia lo «aluta creatore della sua lingua affratellata indivisibilmente colla musica, lingua bellissima invidiataci dalle nazioni , a cui esce dal labbro men colorato il pensiero, men dolce l'affetto.