terzine 12 e 13 del Canto XVI del Paradiso, hanno avuto l’onore di un litigio scientifico tra la Crusca, la quale, credendo di Pietro figliuolo del Poeta un Commento che porta il suo nome e l’anno 1340 corresse tre fiate dove star doveva trenta fiate, e gli altri i quali stando alla scienza e alla ragione più che all’autorità sentivano l’enorme errore che la Crusca ciecamente operando commetteva. Il Lana era giureperito e teologo ed era tinto in qualche altra scienza, ma d’astronomia pare sapesse ben poco; essendogli noto che la rivoluzione di Marte si compie in due anni, su questo assoluto fece il conto, come dalla chiosa vedrete. Ma il pianeta Marte non consuma esattamente due anni solari, anzi soli 686 giorni e una frazione, quindi la ragione aritmetica dovea essere minore. Moltiplicando queste cifre per 580 si acquista l’anno 1090, 1091 prossimamente; se moltiplicate 552 per 2 avete 1104. I Codici lanei hanno trenta e così il Codice servito al Boccaccio, quattro del seminario di Padova, il manoscritto di Benvenuto da Imola, il Codice estense e altri e altri, e poichè Dante nel li, 115, del Convito confessa che Marte compiè la sua rivoluzione in quasi due anni resterebbe a indagarsi del quanto, e a quale autore siasi appoggiato. Fraticelli sdegna di portare le esattezze dell’oggi ai tempi danteschi; se sdegna, io non mi adiro e gli concedo antico per antico. Ai tempi di Dante era in voga Yitruvio che dà la rivoluzione in circiter 683 dì. Vorrà dire che Cacciaguida nac(]ue nel 1085 e uno nel 1091. Il Fraticelli si ride del padre Lombardi che mise innanzi la restituzione del trenta, perchè essendo andato Cacciaguida alla Crociata del 1148 avrebbe avuto 57 anni, 63 al conto vitruviano, età dice egli, di tutt’altro che di guerra. Ma il signor Fraticelli sa di sicuro che (lacciaguida non militasse in anni, prima? sa dirmi se il Cacciaguida militasse fante o cavaliere, caporale o generale? Quanti vecchi de’ nostri militano ancora con assai anni sol dosso, e di ben maggiori fatiche! 11 signor Fraticelli poi sa meglio di me che i nobili di quell’evo non essendo tutti purissimi di coscienza e avendo paura del diavolo ringraziarono la Chiesa che dava sigurtà di perdono purchè andassero ad ammazzare coloro che non credevano nel Vangelo. Il Venturi, che non litigava d’astronomìa, volle
