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512 INFERNO. — Canto XXXIV. Verso 55 a 72


Da ogni bocca dirompea co’ denti 55
     Un peccatore, a guisa di maciulla,
     Sì che tre ne facea così dolenti.
A quel dinanzi il mordere era nulla.
     Verso il graffiar, che tal volta la schiena
     Rimanea della pelle tutta brulla. 60
Quell'anima lassù che ha maggior pena,
     Disse il Maestro, è Giuda Scariotto,
     Che il capo ha dentro, e fuor le gambe mena.
Degli altri duo c' hanno il capo di sotto,
     Quei che pende dal nero ceffo è Bruto: 65
     Vedi come si storce, e non fa motto:
E l'altro è Cassio, che pur sì membruto.
     Ma la notte risurge, e oramai
     E da partir, che tatto avèm veduto,
Com’a lui piacque, il collo gli avvinghiai; 70
     Ed ei prese di tempo e loco poste:
     E, quando l'ale furo aperte assai,




V.50. Chiaro appare come tre peccatori erano per lo biasciare di Lucifero puniti.

56. A guisa di maciulla. Maciulla è uno edificio di tritare lino, il quale volgarmente ha nome gramola, sì che si dice al lino, quando il fusto è ben trito, gramolato. Se non che ciascuno de’ predetti erano triti dai denti di tale gramolatore.

58. Dico come a Giuda oltre il masticare sì lo graffiava con sì concie unghie, che spesso l'osso rimanea ignudo e scoverto.

61. Dice di Giuda lassù, perchè Dante era quasi giuso, e per la lunghezza del graffiare.

64. Cioè che alli altri pendean li capi giuso, a Juda li piedi.

65. Questo era Bruto; mettalo in la bocca nera, perchè ha a significare la scurità della ignoranza.

67. Cioè che fu Cassio, il quale fu bell'uomo della persona. E nota che la beltà è opposita alla continenzia, che il ditto Cassio fu lascivo e incontinente; per la quale impotenzia si lassò vincere al peccato, e cadde in tal difetto.

70. Or seguendo il poema mostra, come appar nel testo, come Virgilio l'abbracciò, e quando s’aperser l'ale del Lucifero li montonno adosso, e andonno tra pelo e pelo infino al luogo dove a punto era lo mezzo mondo, là dove è lo più basso luogo, e infine a quel luogo perchè andavano discendendo mettevano li piedi innanzi come fanno quelli che descendono. Quando fu lì lo Duca mise la testa la dov’elli avea lo piè, imperquello ch’elli da quel punto innanzi si montava come conviene fare quelli che montano, che sempre il capo va innanzi, e li piedi romagnono di sotto.