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506 INFERNO. — Canto XXXIII. Verso 136 a 151

<poem> Tu il dei saper, se tu vien pur mo giuso:

    Egli è ser Branca d’ Oria, e son più anni
    Poscia passati ch’ei fu sì racchiuso.

I’ credo, diss’io lui, che tu m’iuganni.

    Chè Branca d’Oria non morì unquanche , 140
    E mangia e bee e dorme e veste panni.

Nel fosso su, diss’ei , di Malebranche,

    Là dove bolle la tenace pece,
    Non era giunto ancora Michel Zanche,

Che questi lasciò un diavolo in sua vece 145

    Nel corpo suo , e d’un suo prossimano
    Che il tradimento insieme con lui fece.

Ma distendi oramai in qua la mano,

    Aprimi gli occhi: ed io non gli 1’apersi, 1
    E cortesìa fu lui esser villano. 2 150

Ahi Genovesi , uomini diversi

  1. V. 149. Wiltc gliele, ma nè giusto, nè tollerabile. poi ch’è degli occhi.
  2. V. 150l. Witle: E cortesia fu, in lui esser villano; cioè esser villano verso lui; ma bisogna tirarsela co’ denti; mentre abbiamo dalla Vind. e dal R. Laneo dal Gaet. dal Vat. dal parmig. I, 104, dal BP, dall’Aldina 1502 precisamente fu lui; il pnrmig. 1365 fu li forse error di scrittura. Nell’Angelico, nel Cassin. Nel Land, nel pamig. 18 nei BS, BC , BU , BF nell’Ambrosiano 198 sta a lui, propriissimo. Ora che seguendo il Witte può parer che si dica Essere nello spirito di colui villanìa usargli cortesìa; ciò che farebbe ridere ma non tener bello. E si vuole pur baliare dagli italiani la lingua d’Italia agli stranieri. Non è lor torto se cadono in errori singolari avvegnachè poche nostre finezze sono a lor penetrate.

V. 134. Cioè nel mondo lo corpo vivo di messer Branca d’Oria predetto. 135. Cioè sta meco in questo inverno, overo freddura. 136. Segue ’1 suo poema mostrando ch’ erano passati più anni ch’elli avea tal commesso peccato. 139. Quasi che l’autore si lo intendea. 142. Cioè nel capitolo XXII, come è detto di Michele Zanche, per lo quale fu detto del tradimento del detto messer Branca, ch’elli fece suo suocero uccidere; arguendo questo peccato fu commesso anzi che Michel Zanche venisse nello inferno; e poi lo preditto lo ha contato, si che si conclude ch’elli sia già più anni e tempo a tal partito. 146. Cioè uno tra suoi parenti con lo quale elli si consigliò quand’elli fece tal tradimento, e sopra tutto li rendè aiutorio. 151. Esclama contro li genovesi, e dice che sono gente tacciata d’ogni vizio, malizia e magagna, e che dovrebbeno essere dispersi dal mondo, con ciò sia a prova lo sopradetto detto ch’elli trovò li