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INFERNO. — Canto XXXIII. Verso 127 a 135 505

<poem>E perchè tu più volontier mi rade

    Le invetriate lagrime dal volto,
    Sappi che tosto che l’anima trade,

Come fec’io, il corpo suo l’è tolto 130

    Ma un dimonio, che poscia il governa
    Mentre che il tempo suo tutto sia volto.

Ella ruina in sì fatta cisterna;

    E forse pare ancor lo corpo suso
    Dell’ombra che di qua dietro mi verna1 135
  1. V. 134-5. Ho molte volte posto ad esame questo parer lo corpo suso che non mi soddisfece mai. Il corpo o vivo o morto ci dovea essere e non parere; piuttosto parer l’anima in esso II Corloncse ha: appare ancora in corpo suso Dell’anima che qua entro mi verna. Non è giusto, ma lume ad aggiustare darebbe ancor in corpo e quell’ombra.

luogo, sì si vegiono e dicerneno. Questa allegoria non è altro a dire se non che su nel mondo, largo modo, elli si puonno giudicare dannati; vero è che la misericordia di Dio è tanta, ed ha sì ampio lo suo abbracciare, che d’ogni peccato si può tornare a penitenzia e non essere per quello perduto. Ora è da esponere lo testo, e sia la sentenzia intesa per allegoria. In questo tempo che l’autore fe’ questa Comedia, nè il detto fra Alberigo, nè ’l detto messer Branca d’Oria genovese, di chi si farà menzione, erano ancora morti al mondo, ma aveano commesso sì terribili tradimenti, com’è detto di fra Alberigo, e di messer Branca d’Oria nel presente capitolo, che 1’ anime loro erano in questo luogo in ghiaccia, e li corpi erano retti suso nel mondo per alcuni demoni, che v’erano dentro. Ed in tal modo dice che prevegneno li traditori nel terzo modo in quella regione ch’elli appella Tolomea, da Tolomeo ebreo, com’è detto. V. 126. Poeticamente la vita umana è retta per tre Dee dal principio fino alla morte. La prima è appellata Cloto, e questa dà essere all’uomo; la seconda è appellata Lachesis, e questa dà lo modo della vita all’uomo; la terza è appellata Atropòs e questa dà la morte all’uomo. E però dice: molte fiate l’anima cade in questa Tolomea inanzi che Atropòs li dia la mossa, cioè inanzi ch’ella si parta dal corpo per morte. E descriveno li poeti portando queste tre Dee: la prima la rocca di Junone, la seconda la manella della stoppa, la terza l’ atto del filare, e l’adurre a perfezione 1’ atto di tale istrumento. L’allegorìa è quella che è detto: le tre condizioni e termini della vita umana. 127. Pertratta il modo in lo testo sopradetto. 132. Cioè lo natural corso della vita che li dà la natura secondo sua disposizione e complessione.