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482 INFERNO. — Canto XXXI. Verso 112 a 124

Noi procedemmo più avanti allotta,
     E venimmo ad Anteo, che ben ciuqu’alle,
     Senza la testa, nscìa fuor della grotta.
tu, che nella fortunata valle, 115
     Che fece Scipion di gloria reda,
     Quando Annibal co’ suoi diede le spalle.
Recasti già mille lion per preda,
     E che, se fossi stato all’alta guerra.
     De’ tuoi fratelli, ancor par ch’e’ si creda, 120
Che avrebber vinto i figli della terra;
     Mettine ginso (e non ten venga schifo)
     Dove Cocito la freddura serra.
Non ci far ire a Tizio, nè a Tifo :




V. 112. Dice come venneno ad Anteo. Questo fu uno gig-ante, il quale dimorava presso a Cartagine, che al presente è appellata Tunisi in Barberia; e facea questi li maggiori oltraggi alle persone, tra per superbia ch'elli avea, e per forza che li si sentia avere più d’uno altro uomo. E pognono li poeti che tal disposizione vegna dalla terra, cioè opposita alla celeste benivolenzia, e questo cotale elli l'appellavano fìgliuolo della terra. Or dice la istoria che Ercole udendo della superbia e oltraggio d’Anteo passò Puglia e 'l mare, e andò in Cartagine, e trovò Anteo: fenno alle brancolate insieme, Ercole lo gittò giuso in terra; perchè questi era figliuolo di terra, tanto quanto era più battuto alla terra, tanto li accrescea più forza. Fatta tale sbattuta per Ercole da tre volte, e sentendo che la forza pure li soprabondava, ebbe rimedio di volgerlo tanto attorno in aire e non lasciarlo toccar terra, ch’elli l’ancise.

Or questo Anteo, com’è detto, non fu alla battaglia delli Dei, e però non era legato. Ancora in sua vita era si forte ch’avea per nulla, quando andava a cacciare di pigliare moltissimi leoni.

115. Qui persuade Virgilio ad Anteo acciò ch’elli li pogna giuso nel fondo dello inferno, imperquello che ivi non erano altre scale, nè altro guadiero, che portasse li viandanti di quel luogo a quello altro. Appella la contrada di Cartagine fortunata, imperquello che Scipione Romano vinse Annibale di Cartagine in quel luogo, e sconfisse con la sua gente lui e la sua, e molte altre vittorie n’ebbcno i romani in quello luogo.

118. Qui lo persuade, come appare nel testo.

119. Quasi dica: se alla battaglia de’ Dèi tu fossi stato con li altri giganti, voi figliuolo della terra, avresti vinto. E tutte queste parole erano pure per ottener servigio in quel tragetto.

123. Cioè mettine giuso dov’è quel fiume infernale agghiacciato.

124. Questi similemente erano giganti , e che avevano possa di mettere costoro giuso sicome Anteo.