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Una medesma lingua pria mi morse,
Sì che mi tinse l’una e l’altra guancia,
E poi la medicina mi riporse.
Così od’io, che soleva la lancia
D’Achille e del suo padre esser cagione 5
Prima di trista e poi di buona mancia.
Noi demmo il dosso al misero vallone,
Su per la ripa che il cinge dintorno,
Attraversando senza alcun sermone.
Quivi era men che notte e men che giorno, 10
Sì che il viso m’andava innanzi poco:
Ma io senti’ sonare un alto corno,
Tanto ch’avrebbe ogni tuon fatto fioco,
Che, contra se la sua via seguitando:
Dirizzò gli occhi miei tutti ad un loco: 15
V, 1. Qui continuando suo sermone, dice che una medesma lingua, cioè quella di Virgilio, in prima lo morse, cioè quando lo redarguì poiché stava a udir la contesa del maestro Adamo e di Sinone, com’è detto, in tal modo che ’l fe tutto diventar rosso per vergogna nelle guancie, e quella medesima lingua lo consolò quando disse: Maggior difetto men vergogna lava etc. E aduce uno esemplo che fabulosamente scriveno li poeti che Achilles e Peleo suo padre avevan una lancia, della quale chi era ferito, un tratto era morto; se si rimettea un altro tratto la ditta lancia nella predetta piaga, si guarìa, e però vuole assomigliare ’l allegazione predetta di Virgilio a quella lancia, che in prima l’ investìo gridandoli di tanta vergogna, poi dopo lo lavò e si ve lo absolvìo.
7. Intende la rena che circuiva quella strada, sì che altro non vuol dire se non ch’elli andavano verso il mezzo descendendo.
9. Senza alcun sermone. Quasi a mostrare sollecitudine.
10. Descrive la disposizion del luogo ponendolo nebuloso e scuro, cioè per contrario di quello, dove è tutta la luce, che è lo paradiso; e imperò così covertamente palesa che è lo inferno.
12. Qui poscia che ha detto la disposizione secondo il senso del viso, soggiunge dell’andito e pone che udì sonare un corno, il quale era di tanto eccellente suono, che ogni tuono arebbe soperchiato, per lo quale sonito elli dietro ad esso andando, si drizzonno a discender verso il centro, e fa comparazione di tal sonare a quello che fece Orlando, quando ultimamente Carlo Magno con li dodici pari fu sconfitto e morto, ello Orlando aspettando da bere