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XXVIII.



In lo presente capitolo intende l’autore trattare di quelli peccatori, li quali seminano zizzania tra li uomini nel mondo, e scisma, ed eziandio di quelli che similemente per scisma si parteno dalla unione della santa madre Ecclesia Cattolica, confingendo nuova legge, usanza e tenere, e dispregiano la veritade e li canoni fatti nei concilii del sommo apostolico. E mirabilmente li punisce nella nona bolgia in questo modo, ch’elli sono tutti impiagati, ed hanno diviso l’uno membro dall’altro; che sicome tutti li membri dell’uomo sono ordinati a stare uniti, e constituire quella unità che è detta uomo, cosi tutti li uomini dovrebbono essere uniti e congiunti in la fede cristiana, constituire quella unità, che è appellata Ecclesia, e li sudditi tutti obbedire li prelati. E così come uno membro, che non vuole ubbidire all’ordine naturale, è guastamento e corrompimento del corpo, come la mala disposizione dello stomaco, o oppilazione del fegato, o apostemazioni nelle vene, e simili, così quelle persone che tegnono altro che quello che la santa Ecclesia predica e ordina, sono guastamento e corrompimento di quella.

E perciò a mostrare l’autore che quelli peccatori pecconno in quello peccato di disiungere l’uno uomo dall’altro seminando scisma, come disiungere sè medesimi dalla santa Ecclesia, si li punisce cosi impiagati e digiunti. E perciò dice Isidoro in libro Ethimologiarum: — Nomen schismatis a scissura animornm dictum est: scissio antem unitati opponitur.

Or elli è da sapere ch’elli è differenzia da infedeltà a scisma; che la infideltà sì oppone alla vertude della fede; scisma si oppone alla virtù della carità e alla unione della Chiesa. Or si potrebbe far dubitazione quale è maggior peccato o la infedeltà o la scisma; e parrebbe esser maggiore la scisma, imperquello che, sicome dice Aristotile in primo Ethicorum: — Multitudinis bonum est maius et divinum; e in lo VIII dice: Maiori malo maius bonum opponitur. Dunque la scisma, si oppone al maggior bene, il quale per sopradetta allegazione è divino e santo, imperquello che la scisma nuoce e corrompe la moltitudine, la infedelità corrompe pure quello solo in cui ella è: sichè apparirebbe che la scisma fosse maggior peccato. Alla quale dubitazione è da sapere che la maggiorità del peccato si può considerare in due modi: l’uno secondo la sua spezie, l’altro secondo le sue circostanzie. Lo peccato riceve spezie secondo lo suo obietto: manifesta cosa è che l’obietto della fede è Dio, sichè a peccare in infidelitade si pecca in Dio: l’obietto della scisma è la unione della Chiesa: chiaro si vede ch’ell’è maggior peccato