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INFERNO. — Canto XXVI. Verso 124 a 138 420

E, volta nostra poppa nel mattino,
     De’remi facemmo ale al folle volo, 125
     Sempre acquistando del lato mancino.
Tutte le stelle già dell’altro polo
     Vedea la notte, e il nostro tanto basso,
     Che non surgeva fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso, e tante casso 130
     Lo lume era di sotto dalla luna,
     Poi ch’entrati eravam nell’alto passo,
Quando n’apparve una momtagna bruna
     Per la distanza, e parvemi alta tanto,
     Quanto veduta non n’aveva alcuna. 135
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
     Che dalla nuova terra un turbo nacque,
     E percosse del legno il primo canto.



a quel folle viaggio. Vero è che sempre acquistavano a mano sinistra, cioè che andavano acquistando verso a parte d’ostro.

V. 124. E volta nostra, cioè che volseno la poppa, cioè le parti drieto della sua nave, nel mattino, cioè nell’oriente, e misensi a vogare.

127. E dice che navigonno tanto che tutte le stelle del porto antartarico gli appariano, e quelle di questo nostro, cioè artico, le ocideano tutte e non faceano veruna elevazione suso quello orizzonte.

130. Dice che era la luna incesa cinque fiate, e cosi altrettante privata di luce, da che si partiro dallo stretto, fino che videno una montagna, quasi a dire: noi avevamo per cinque lunazioni, cioè cinque mesi, navigato. E dice: lo lume era di sotto della luna. Elli è da sapere che la luna riceve lume dal sole e sempre ella è illuminata mezza, perchè la luna è corpo solido, si che la luce non trapassa. Or quando la luna è congiunta col sole, la illuminazione è verso lo cielo, e l'oscuro d’essa è verso la terra quando lo sole si diparte da essa, ed ello la viene illuminando per li radii; e di quelli lati noi no vedemmo per successione di die in die tanto che quando lo sole gli è opposito, ed ello la illumina per quella mezza parte che è verso la terra; e così ell’è illuminata di sotto, cioè per opposito a quello che fu nella congiunzione, sicome apare quie. E però che cinque fiate era acceso e casso lo lume di sotto da la luna, quasi a dire: ell’ era stata cinque fiate ritonda e rinnovata, le quali si è in CXLVIII die, grosso modo.

136. Cioè che credemmo andare a porto di salute, ed elli andonno alla morte.

137. Percossone lo legno a uno scoglio, per che lo legno s’aperse e per consequens si sommerse e convenne che tutti annegassero; e