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INFERNO. — Canto XXIV. Verso 130 a 147 401

E il peccator, che intese, non s’infinse, 130
     Ma drizzò verso me l’animo e il volto,
     E di trista vergogna si dipinse;
Poi disse: Più mi duol che tu m’hai colto
     Nella miseria, dove tu mi vedi,
     Che quand’io fui dell’altra vita tolto. 135
Io non posso negar quel che tu chiedi:
     In giù son messo tanto, perch’io fui
     Ladro alla sagrestìa de’ belli arredi;
E falsamente fu già apposto altrui.1
     Ma perchè di tal vista tu non godi, 140
     Se mai sarai di fuor de’ luoghi bui,
Apri gli orecchi al mio annunzio, ed odi.
     Pistoia in pria di Neri si dimagra,2
     Poi Firenze rinnova genti e modi,
Tragge Marte vapor di val di Magra 145
     Che è di torbidi nuvoli involuto,
     E con tempesta impetuosa ed agra


  1. V. 139. Il già è legato al verbo e non al falsamente legato anch’esso al verbo stesso; il modo e il tempo non si confondano. Seguo il Cass.
  2. V. 143. Witte, forse col Bartoliniano scrisse Negri che è anche negli antichi frammenti dell’Università bolognese; ma è contro la storia.





V. 126. Bestia e Pistoia. Quasi a dire: io fui uomo di tale condizione che giusto mi può esser detto bestia e pistilenzioso.

129. Quasi a dire: costui dovrebbe essere in altra bolgia, che la sua nominanza è d’omicida, scherano1e rubatore.

130. Segue a sua risposta agravandosi della trovata dell’autore come appar nel testo, e soggiunge ch’elli fu ladro alla sacristia, com’è detto.

139. Quasi a dire: falsamente fue tale latrocinio apposto a molte persone, sicome è narrato.

140. Or soggiunge Vanni Fucci a Dante e dice: e acciò che tu non abbi molta allegrezza di me, che m’hai veduto, io ti dico tali novelle che debbono venire, che non ti piaceranno; sappi che li Neri saranno cacciati di Pistoia; Neri cioè Guelfi; poi appresso saranno cacciati di Firenze li Bianchi, cioè li Ghibellini. Or perchè l’autore era Bianco, però glielo annunzia. Poi predisse dell’oste di Pistoia, della quale fu capitano messer Moroello de’ marchesi Malaspina per li Bianchi, e fu sconfitto2.

145. Tragge Marte. Cioè Dio delle battaglie.

146. Allegorizzando delli atti bellici.

  1. Scritto è scarano, da scara, schiera, voce longobarda, o tedesca.
  2. Continua: » li quali marchesi abitano in Val di Magra» ma questo membro non è nel Codice Magliabecchiano. È giunta d’altrui. Io crederei altresì glossema il cioè Guelficioè Ghibellini.

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