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INFERNO. — Canto XXIL Verso 130 a 151 373

Non altrimenti l’anitra di botto, 130
     Quando il falcon s’appressa, giù s’attuffa,
     Ed ei ritorna su crucciato e rotto.
Irato Calcabrina della buffa,
     Volando dietro gli tenne, invaghito
     Che quei campasse, per aver la zuffa. 135
E come barattier fu disparito.
     Così volse gli artigli al suo compagno,
     E su colui sovra il fosso ghermito.1
Ma l’altro fu bene sparvier grifagno
     Ad artigliar ben lui, e ambedue 140
     Cadder nel mazzo del bogliente stagno.2
Lo caldo sghermitor subito fue:
     Ma però di levarsi era niente.
     Sì aveano inviscate l’ale sue.
Barbariccia con gli altri suoi dolente 145
     Quattro ne fe’ volar dall’altra costa
     Con tutti i raffi, ed assai prestamente
Di qua, di là discesero alla posta:
     Porser gli uncini verso gl’impaniati,
     Ch’eran già cotti dentro dalla crosta: 150
E noi lasciammo lor così impacciati.


  1. V. 138. Su colui, cioè su, addosso a colui ghermito sopra il fosso, cioè in riva ad esso; ed è vivo, e più vero concetto, se ellittico, ma non incrociato e cotal tengo sebbene i Ire Cod. dell’archig. e B.U, BF, e il Landiano seguano chi ha fu. Ma la s lunga facilmenle diventava f in penna di non attento copista; così da uno o due primi errati gli altri
  2. V. 141. Cod. Cortonese, Filippino, e altri.




V. 130. Non altrimenti. Qui esemplifica sì del sommergersi del peccatore come del seguitare d’Alichino, e dice che a quel modo la anatra cacciata dal falcone sì se posa, e ’l falcone veggendo che non la può prendere, retorna volando in suso corruccioso e irato; tutto a simile fece Alichino.

137. Dice che Calcabrina veggendo ch’’l peccatore scampò anche elli li volò drieto, e fu quasi allegro ch’elli scampasse per avere materia di fare brigata con Alichino, e dice che dopo la sommersione del Navarrese elli si volse ad Alichino e gremillo e ’l simile fe’ Alichino a lui, perch’era anch’elli gremidore. Gremiti questi insieme, ciascuno tirava in diversa parte sì che cadeno in la pegola.

140. Dice come furono assaliti dal caldo, ma elli avevano già inveschiate l’ali di pegola, che per sè stessi non poteano levarsi.

142. Dice che’l detto capitano fe’ volare quattro de’ suoi compagni da l’altro lato della bolgia con graffi e con uncini per tirare costui fuori, ed elli similemente da suo lato si procacciavano, ed in cotale impaccio si lasciarono e partironsi da essi.

E qui si termina la sentenzia del XXII capitolo.