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286 INFERNO. — Canto XV. Verso 112 a 124

Colui pote’i che dal servo dei servi
     Fa trasmutato d’Arno in Bacchiglione,
     Ove lasciò li mal protesi nervi.
Di più direi; ma il venir e il sermone 115
     Più lungo esser non può, però ch’io veggio
     Là surger nuovo fummo dal sabbione.
Gente vien con la quale esser non deggio;
     Sieti raccomandato il mio Tesoro
Nel quale io vivo ancora; e più non cheggio. 120
     Poi si rivolse, e parve di coloro
     Che corrono a Verona il drappo verde
Per la campagna; e parve di costoro
     Quegli che vince e non colui che perde.




V. 112. Questo fu vescovo di Firenze, e tramutato in vescovo di Vicenza per lo Servo dei servi, cioè per lo papa che si scrive: Servus Dei servorum, e fu simile sodomita. Per Arno intende Firenze, per Bacchig-lione intende Vicenza1.

118. Cioè in grado più basso di lui, e in corso più veloce perch’ abbono più del predetto peccato.

119. Cioè il libro che compuose il detto Brunetto, per la qual memoria elli vive in fama. 121. A Verona s’usa di correre al panno verde la prima dominica di quaresima, e correno li uomini nudi, e quello che in prima è al detto panno, si l'ha, sicome s’usa in più terre come al pallio, ed a Venezia in la regata d’una bandiera. Or dice l'autore che ser Brunetto si mise in corsa con li altri, e parve in poco d’ora quello che vinse lo panno verde, cioè ch’ello corse dinanzi a tutti li altri, e però dice: e parve di costoro, cioè di questa gente, colui che vince, cioè quello che avanza gli altri.

E qui si compie la sentenzia del XV capitolo.

  1. Il R. ha questo inlerpolamento. «Per Arno intende Fiorenza; perchè è il fiume che va per Fiorenza; per Sabbione intende Vicenza perchè è così nominato il fiume che va per Vicenza». Il vescovo fu Andrea de’ Mozzi. I commenti altribuiti a Jacopo e a Pietro Allighieri dicono che fu tramutato in pena di quel vizio. Morì poco da poi, e dicono di rabbia.