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DI BENVENUTO RAMBALDI Xi anche del Commento di Benvenuto, maclie il proprio è tutl’altra cosa Crìstofal Berardì Pisaurense detti — Opera e facto indegno correctore — Per quanto intesi di quella i subhietti — Di Spiera Vendelin fu il stampatore — Del mille quattrocento settant setti — Correvan gli anni del nostro Signore, Nella dedica a Can Grande della Scala Dante scriveva: — A. maggiore evidenza di quanto sarò per» dire è a sapersi, che il senso di quest opera non» è semplice, anzi può dirsi di più sensi. Il primo» senso è quello che risulta dalla lettera; il secondo» ricavasi dalla cosa significata per la lettera. Lel» terale dicesi Tuno, allegorico l’altro. Il subbietto» di tutta l’opera considerato letteralmente è lo stato» delle anime dopo la morte nell’assoluta significa» zione del vocabolo, appunto perchè l’intero pro» cesso dell’opera concerne quello e tutto ciò che» lo riguarda. Ove si consideri dal lato allegorico,» il soggetto del libro è l’uomo secondo che meri» tando demeritando in virtù del libero arbitrio» sia disposto a ricevere il premio o la punizione» della giustizia divina. — Dietro la quale apertissima manifestazione dell’Alliarhieri, la ma^dore difficoltà del commentatore consisteva nello scoprire il véro senso allegorico; e Benvenuto se ne aprì e facilitò la strada corredando la lettera colla storia, mitologia, notizie individuali, locali, e patrie. In