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[v. 97-120] | c o m m e n t o | 131 |
quelli che sono nel mondo in altezza e fortezza, e fermezza di fama onorevole, la quale è difesa da sette mura; cioè dalle stette arti meccaniche, quanto alli esercizi corporali; e dalle sette scienzie liberali, quanto ad esercizio dell’animo; e queste arti et esercizi ovvero scienzie difendono i loro esercitatori dalle pene de’ martìri e pongonli in fortezza alta, ove risplende lo lume della fama laudabile che è rimasa di loro nel mondo. E questa alta fortezza, quanto a quelli del mondo s’intende contra li vizi e contra le persecuzioni mondane: imperò che questi così fatti sono in sì fatto stato, che poco possono essere nociuti. E lo fiumicello che difende intorno il castello si conviene alla fizione del castello: chè comunemente le fortezze sogliono essere intorniate dall’acque; ma quanto a quelli del mondo, de’ quali allegoricamente intende l’autore, significa l’abbondanzia delle ricchezze, le quali sono necessarie a coloro che si vogliono esercitare in sì fatti esercizi sì, che per esse si cacci via la indigenzia, con la quale non si può vacare a’ detti esercizi.
C. IV - v. 109-120. In questi quattro ternari l’autore pone come entrò co’ detti savi nel detto castello, et in genere mostra quello che vi trovò; onde dice: Questo; cioè lo fiumicello, passammo; noi sei savi, come terra dura; cioè sanza bagnarci: Per sette porte entrai; io Dante, e dice sette porte, perchè à finto ch’avea sette mura, sì che conveniente è ogni muro avesse la sua. con questi savi; cinque sopra detti: Giugnemo in prato di fresca verdura. E per questo significa che dentro al castello era un bel prato, ove finge che fossono li esercitati nelle operazioni corporali. Genti v’eran con occhi tardi e gravi. Descrive in genere chi era dentro in quel castello; cioè genti sapute, secondo il mondo. Di grande autorità ne’ lor sembianti; cioè nelli loro atti: Parlavan rado con voci soavi. Quattro segni pone notantemente delli uomini savi; cioè la gravità delli occhi in levarli, la tardezza in volgerli, la rarità del parlare, e la soavità della voce; et oltre a questi pone generalmente li altri, quando dice: Di grande autorità ne’ lor sembianti; e questo si può intendere delli altri atti corporali, come stare col capo alto e fermo, col movimento onesto delle mani, con l’andamento temperato. Traemoci così dall’un de’ canti. Ora dice che per vedere meglio s’arrecaron dall’un lato: In loco aperto, luminoso et alto, Sì che veder si potean tutti quanti; cioè quelli ch’erano in su quella prateria, e questi erano li armigeri. Colà diritto sopra il verde smalto Mi fur mostrati li spiriti magni. Perchè li armigeri si sono esercitati nelle fatiche corporali, però finge che a sedere stessono diritti loro; cioè in contra loro che stavano a vedere. E perchè nelli campi sono stati li loro esercizi, però finge che fossono in una prateria, e finge che fossono mostrati per li poeti: però che quelli che nominerà sono quelli, de’ quali fanno menzione