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Nozze e commedie alla corte di Ferrara nel 1491, ibid., XI (1884), 749 sgg.; Luzio-Renier, Delle relazioni di Isabella d’Este con Lodovico e Beatrice Sforza , ibid., XVII (1890), 95 sgg. Tra gli spettacoli scenici vi fu allora anche una ripresa del- VAnfitrione di Plauto, tradotto dallo stesso Collenuccio; cfr. F. Gre- gorovius, Lucrezia Borgia , Firenze, Le Monnier, 1874, p. 239; A. D’Ancona, Origini del Teatro 2 , II, 129 sg. Come è noto, quest’opera era stata data la prima volta, con molto successo, a Ferrara il 25 gennaio 1487, per le nozze di Lucrezia d’Este con Annibaie Bentivoglio: notizie su questa prima rappresentazione ci sono fornite dai cronisti fra’ Paolo da Legnago (v. G. Zannoni, in Atti Lincei , ser. IV, voi. VII (1891), p. 415 n; G. Bertoni, Nuovi studi su M. M. Boiardo , Bologna, Zanichelli, 1904, p. 300), Bernardino Zambotto (v. G. Pardi, Il teatro classico a Ferrara, in Atti e Mem. d. St. patr. ferrar., XV, 1904) e Girolamo Ferrarini. Specialmente interessante quest’ultimo perché ci fa conoscere i nomi degli attori; tra i quali fu anche un celebrato versificatore, Antonio Tebaldeo, che vi sostenne la parte del protagonista (vedi G. Bertoni, Di A. T. attore a Ferrara e di altri letterati del circolo di Ercole I, in Archivum Romanicum , IV (1920), p. 392 sgg. Nicoloso «Poeta», di cui si annuncia la morte nell’ultimo capoverso della lettera (p. 291), penso possa essere il Picenardi, un figlio del quale, Giovati Francesco, sonatore di lira e sopran- nominato appunto «il poeta», si trova spesso menzionato in do- cumenti mantovani del ’92 e degli anni successivi: cfr. Luzio- Renier, Mantova e Urbino, Torino, Roux, 1893, p. 60 n 7. VI. Allo stesso, da Bologna, 13 marzo 1491. (Ardi, di Stato di Firenze. M. a. P., XXVI, 568); ediz. G. S. Scipioni, Due lettere cit., pp. 24-31. VII. Allo stesso: da Bologna, 29 marzo 1491. (Arch. di Stato di Firenze. M. a. P., XLII, 68); edizz. C. Malagola, Op. cit., pp. 437-9; C. Cinelli, Op. cit., pp. 165-7. Vili. Allo stesso: da Bologna, 21 aprile 1491. (Arch. di Stato di Firenze. M. a. P., XXXII, 354); ediz. G. S. Scipioni, Quattro lettere cit., pp. 13-6. Oltre alcuni avvisi (tra cui notevoli quello della morte di Co- stanza di Sante Bentivoglio, moglie di Antonio Pico della Miran- dola, e quello sulla predicazione di fra’ Mariano da Genazzano in Bologna), la lettera contiene una calda raccomandazione del C. al